“Con l’inizio della stagione estiva basta attendere un temporale ed ecco che, appena le nuvole cominciano ad addensarsi, sulle nostre colline decine, centinaia di  botti di cannone risuonano a distanza di pochi secondi confondendosi con i tuoni dei temporali. Si tratta degli ormai noti cannoni anti-grandine, inventati in Austria  già nel 1896, e  nei decenni successivi, diffusi rapidamente anche nelle nostre campagne. Non sono a conoscenza della presenza di questi cannoni nel territorio astigiano, mentre se ne contano a decine fra Barbaresco, Priocca, Guarene, Govone, Castellinaldo, Monte Roero San Martino Alfieri  e Castino. Sulla loro utilità esistono pareri controversi e contrastanti secondo taluni agricoltori (ed anche vari amministratori locali) sono molto efficaci assolutamente indispensabili Altri  sostengono che oltre ad arrecare un impatto acustico rilevante  sono inutili o addirittura dannosi così come dimostrato da diversi studi scientifici . Le nuvole quando arrivano in prossimità di questi cannoni che sparano in quota dei “fumi” (in genere ioduro d’argento) che dovrebbero favorire la condensazione diffusa di tante piccole gocce d’acqua e, quindi, impedire la formazione dei grossi chicchi, tendono ad allargarsi e in questo modo ostacolano l’arrivo anche delle piogge . In queste settimane nelle nostre zone visto il susseguirsi di numerosi temporali dovrebbero essere caduti diversi mm di piogge  per molti concittadini e agricoltori indispensabili per le culture e  per alimentare le falde acquifere, in attesa del caldo torrido del periodo estivo ma questo  non è accaduto. Inoltre se i cannoni per alcune associazioni di viticultori   salvaguardano i vigneti nei loro dintorni, teoria tutta da dimostrare, non risolvono il problema ma   “spostano” poco più in là il rischio di grandinate come succede  sempre  tutti gli anni e come  è successo in questi giorni a Calosso, Agliano e altri paesi . Credo che sia utile lasciare che gli eventi atmosferici facciano il loro corso come è sempre avvenuto  anche perché gli unici a trarne veramente profitto sembrano essere i  geniali venditori di speranze ovvero  i fornitori di questi marchingegni che spesso vengono acquistati con contributi pubblici che a parere di molti  potrebbero essere dirottati su altri sistemi di prevenzione: un efficacie studio climatologico,  reti antigrandine o assicurazioni preventive sui raccolti”. Enrico Alessandro Cavallero , Costigliole d’Asti