Monsignor Antonio Riboldi, classe 1923, vescovo emerito di Acerra (Napoli) noto per il suo impegno a favore della legalità e della giustizia, sarà ad Asti, su invito della Zona Pastorale Urbana, domenica 20 e lunedì 21 marzo. Domenica 20 marzo, alle 11,15, celebrerà l’Eucarestia nella Collegiata di San Secondo. Il giorno successivo, alle 21, nella Sala della Fontana in via Arò 52, monsignor Riboldi terrà una conferenza sul tema “Per un Paese solidale: la Chiesa e il Mezzogiorno”. Antonio Riboldi, nato a Triuggio in provincia e diocesi di Milano, come afferma Ettore Masina, è una di quelle persone che nelle regioni del dolore finiscono per diventare emblemi di speranza. Apparentemente non ha niente del leader, il suo modo di comportarsi e di parlare è umile, il suo stile letterario è quasi un ragionare a tarda sera, fra amici. Eppure provatevi a lasciarvi prendere per mano da Lui e vi troverete d’un tratto nel cuore di una lotta in cui la “non violenza” è terribilmente violenta: cioè fa sentire tutto il peso di una forza che nasce dalla giustizia reclamata dai poveri e per i poveri, dal disinteresse personale, dalla mancanza di odio verso gli uomini della mafia e della camorra e dal giudizio esattamente spietato per i loro frutti guasti e perversi. Prete e componente della congregazione fondata dal beato Antonio Rosmini, visse con passione il suo ministero come parroco dal 1960 a S. Ninfa nel Belice, in provincia di Trapani, e poi dal 1978 al 1999 come Vescovo di Acerra (Na). Nei 18 anni trascorsi in Sicilia, oltre ad affrontare gli annosi problemi che affliggevano il Sud del nostro Paese, visse profondamente saldato con la sua gente l’esperienza del tragico terremoto che distrusse il 14 e 15 gennaio 1968 Santa Ninfa e altri paesi del Belice e tutta la fatica del dopo terremoto, facendosi carico della ricostruzione e del riscatto del popolo in un contesto di mafia e di latitanza dello Stato. Nel novembre del 1978 quando i suoi superiori già lo avevano destinato ad una parrocchia a Milano lo raggiunse la nomina a vescovo di Acerra, una diocesi dilaniata da un grave male sociale, la presenza massiccia della camorra, che dominava gran parte della provincia di Napoli. In questo far-west monsignor Riboldi esercitò per 21 anni il suo Ministero episcopale con quella passione per il Vangelo e per la giustizia che caratterizzò precedentemente il suo esercizio pastorale nel Belice. Emblematica è stata la sua lettera pastorale “Per amore del mio popolo non tacerò”, che scrisse nel novembre 1982 e fu una lezione di coraggio di chi non se ne stava in una quotidiana rassegnazione e in silenzio di fronte alla criminalità organizzata che faceva sentire ferocemente la sua presenza. Mons. Riboldi rassegnò le dimissioni nel 1999 e scelse di risiedere in Acerra, a continuare, come pastore buono, a gridare con Isaia: “Per amore del mio popolo non tacerò”.