Nuovi tagli di sportelli postali in provincia di Asti? Il deputato del PDL, Roberto Marmo, non si rassegna all’ipotesi avanzata da alcuni organi di informazione che nei giorni scorsi hanno prospettato la chiusura di altri sportelli postali dislocati nelle zone periferiche del capoluogo e in alcuni dei comuni dell’Astigiano.
Il parlamentare di Canelli ha presentato una nuova interrogazione urgente al Ministro dello Sviluppo Economico, Corrado Passera, per sapere se corrispondano al vero le indiscrezioni giornalistiche che, se confermate, vedrebbero la provincia di Asti nuovamente penalizzata dal piano di ristrutturazione posto in essere dai vertici di Poste Italiane Spa.
«Se queste notizie fossero confermate – dichiara Marmo -, ci troveremmo dinanzi a nuovi provvedimenti che seguono quelli adottati nello scorso mese di aprile quando Poste Italiane ha presentato il progetto denominato “Interventi Servizi Postali” che prevedeva 1.763 esuberi nelle prime regioni di applicazione, e cioè Toscana, Piemonte, Marche, Emilia Romagna e Basilicata, tutto ciò nonostante Poste Italiane abbia recentemente festeggiato un incremento di utili. Le notizie di nuovi ulteriori tagli – prosegue – stanno provocando notevoli preoccupazioni tra la popolazione astigiana per la quale si profila la chiusura di sportelli di alcune borgate di Asti città, e di circa una mezza dozzina sparsi nei paesi della provincia. Secondo le notizie pubblicate dai media – segnala il deputato -, sarebbero in vista anche ulteriori tagli al personale che, stando alle posizioni recentemente espresse dalle organizzazioni sindacali, è già scarso e non riesce a fare fronte alle richieste dei cittadini. È evidente che i tagli prospettati da Poste Italiane Spa si ripercuoteranno sulle persone anziane già particolarmente vessate dall’aumento dei costi dei servizi sanitari, e da un generalizzato aumento dei costi per qualsivoglia servizio. Alla luce dei nuovi provvedimenti varati dalle Poste, anche inviare una lettera o un pacco diventerà un lusso per i cittadini astigiani che dovranno sobbarcarsi chilometri di trasferta per raggiungere il più “vicino” ufficio postale. Occorre rilevare – aggiunge Marmo – la diffusa tendenza di amministratori di aziende ed enti pubblici, orientati unicamente al contenimento della spesa anche a costo di usare la scure colpendo così i cittadini appartenenti alle fasce sociali più deboli. È diffusa, infatti, una generalizzata noncuranza sugli effetti prodotti dai tagli nei servizi resi al cittadino. È evidente, invece, che treni, Sanità, poste, enti locali, hanno come comune denominatore proprio il cittadino, che è utente e contribuente e paga servizi che spesso sono carenti ed esosi proprio a causa dei tagli. Poste Italiane – propone il deputato astigiano – dovrebbe concertare con le organizzazioni sindacali e con gli Enti locali una road map per ottimizzare i servizi resi nell’Astigiano, mantenendo i livelli occupazionali e soprattutto tutelando i cittadini che pagano tasse e servizi. Se Poste Italiane dovesse confermare le indiscrezioni di stampa e decidesse di procedere alla chiusura degli uffici periferici, dovrebbe istituire la figura dell’impiegato “porta a porta” che, d’intesa con i servizi sociali del Comune, almeno due/tre volte la settimana dovrebbe rendere un servizio alle comunità prive di ufficio postale. La Provincia di Asti, tra linee ferroviarie chiuse, case della salute che non si faranno più, nuovi ospedali “di prossimità” per i quali si prospetta la chiusura, e servizi postali sempre più carenti, ha già pagato e rischia di pagare ancora un prezzo eccessivamente elevato in termini di servizi ai cittadini. Da Passera – chiude Marmo – vogliamo sapere se conferma o smentisce le notizie pubblicate recentemente che prospettano ulteriori tagli di uffici postali periferici nell’Astigiano e se non ritenga di dover comunque intervenire sul management di Poste Italiane per scongiurare i tagli già programmati nel mese di aprile del 2012 che, se attuati, si ripercuoterebbero inesorabilmente sulle fasce sociali più deboli della comunità astigiana, già particolarmente vessata dal taglio di altri generi di servizi fondamentali per i cittadini, in particolare per le categorie sociali più deboli, come pensionati e anziani».
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