PORTACOMARO – Al vino e a tutto il suo mondo, intriso di tradizioni popolari e aneddoti, rappresentato da mestieri, genti e luoghi, cantato da miti e immortalato in romanzi e opere d’arte, è dedicato il nuovo testo teatrale inedito Buon vino, favola lunga, dell’autrice Laura Pariani (vincitrice del Premio Grinzane Cavour nel 1999), scritto appositamente per il progetto del Parco Culturale Terre di Vino e di Riso, coordinato dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura. Lo spettacolo sarà messo in scena in anteprima nazionale venerdì 7 dicembre alle 21 al Salone Alfieri di Portacomaro d’Asti (Corso Matteotti), come nuova produzione del Teatro delle Selve, in una delle terre del Monferrato rinomate per l’alta qualità dei suoi vini. L’appuntamento, a ingresso gratuito fino a esaurimento posti, è realizzato dall’Associazione Gente & Paesi di Portacomaro, in collaborazione con il Comune di Portacomaro e il Parco Culturale Piemonte Paesaggio Umano, coordinato anche’esso dalla Fondazione per il Libro, la Musica e la Cultura. Il vino, e con esso tutto il comparto dell’enogastronomia, negli ultimi anni è stato enormemente rivalutato soprattutto per il proprio valore culturale, inteso come espressione di saperi, tradizioni, convivialità, territori. Il buon bere e il buon mangiare sono diventati sempre più esigenze imprescindibili nella società moderna. La piéce, atto unico diretto da Franco Acquaviva e interpretato dallo stesso regista, insieme con Elisabetta Locatelli e Anna Olivero, è un divertente excursus tra storie, racconti e miti dedicati alla cultura del vino, con riferimenti e immagini tratti dalla letteratura, dal cinema e dalla pittura. Da Bacco a Diogene ai poeti greci, dalle Baccanti di Euripide a Gargantua di Rabelais, dalle nozze di Cana al pranzo di Babette di Karen Blixen. «Lo spunto per “Buon vino, favola lunga” – spiega Laura Pariani, che ha all’attivo una ventina di romanzi, tra cui alcuni vincitori di riconoscimenti come il Premio Morante e il Premio Grinzane –, me l’ha dato il brindisi di Pantagruele, “sul buon uso del vino che deve essere abbondante e continuo per alleviare l’anima e il corpo”. Per lo sviluppo della storia mi sono invece affidata al genere fiabesco che ha per definizione una struttura aperta, magica e atemporale, che consente agli attori sostituzioni, aggiunte e perfino racconti nel racconto. Ne è nata una rivisitazione umoristica della favola della morte che insegue la sua vittima in una Samarcanda piemontese». Popolare e colto, citazionista e parodistico, lo spettacolo porta in scena tre personaggi che si confrontano e rincorrono, combinando il linguaggio dialettale dell’alto Piemonte (Laura Pariani vive e lavora a Orta San Giulio, nella zona dei vini di Ghemme, Boca, Fara, Sizzano) con un italiano ricercato. Gravita attorno al contrasto tra due donne del popolo e un attore, impegnato a mettere in scena uno spettacolo dai toni aulici e di stampo classico, in onore del potere seduttivo del buon bere. Ma le due donne non accettano il suo gioco troppo erudito e lontano dai racconti della tradizione. Così lo interrompono e lo sbeffeggiano di continuo, fino a sostituirsi a lui, per narrare una tra le più belle storie sul vino: una variante della famosa favola del soldato che incontra la Morte. Ma qui la morte viene sconfitta. «Come? Lasciamo allo spettacolo il compito di svelarlo – commenta il regista Franco Acquaviva. Una cosa è certa: la convivialità che il vino genera non rimarrà confinata nell’evocazione scenica e letteraria, ma invaderà la sala, trovando infine piena espressione nel brindisi più audace che si possa immaginare: quello che festeggerà la vittoria sulla Morte».
“Buon vino, favola lunga” in scena a Portacomaro
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