Sembra un’espressione desueta, d’altri tempi, quando prevaleva la cultura classico-umanistica negli studi, nella ricerca, nelle relazioni ed era condivisa dall’opinione corrente. Eppure il grado di civiltà di un popolo, di una comunità locale si misura anche da quelle piccole/grandi iniziative che costantemente sanno valorizzare la spinta creativa, l’entusiamo innovativo dei giovani, spesso veri talenti, con le forti esigenze di concretezza che le urgenze del mondo globalizzato impongono. Così sabato 29 giugno sono state assegnate con una cerimonia pubblica in Vescovado le cinque Borse di Studio per la svolgimento di tesi di laurea o di Master che il Progetto Culturale della Diocesi di Asti in collaborazione con il consorzio UNI-ASTISS, tramite una Commissione ad hoc istituita, ha assegnato ad altrettanti studenti afferenti al Polo Universitario di Asti o residenti nei territori della Provincia e/o nella diocesi di Asti e aventi come argomento tematiche relative agli ambiti dell’economia e territorio, dell’ambiente e cultura, dei servizi alla persona con particolare riferimento alla realtà astigiana e alla comunità locale della Provincia e/o della diocesi di Asti. Non sono queste soltanto ricerche accademiche, ma vere e proprie proposte di sviluppo socio-economico che nel corso del tempo saranno completate e si offrono come strumenti perché le istituzioni, gli enti locali, le imprese aggiornino e migliorino i loro servizi alla comunità. Un’indagine quantitativa sulla presenza e l’inserimento della popolazione degli stranieri nel territorio di Nizza Monferrato è elemento importante per favorire una vera integrazione nel tessuto urbano e sociale di quella zona imprenditoriale, a cominciare dalla scuola, così essenziale all’Astigiano. Favorire uno sviluppo economico sostenibile, sfruttando materie prime locali e recuperando aree industriali dismesse, è quanto c’è di più aggiornato e responsabile in una economia di mercato che mira alla valorizzazione dell’esistente, alla lotta allo spreco e quindi alla condivisione delle risorse. Così come non poteva mancare uno studio con relative applicazioni su un utilizzo delle nuove tecnologie informatiche per favorire una migliore trasparenza dell’attività pubblico-amministrativa comunale, metterndo a disposizione dei cittadini in rete in modo semplificato dati e informazioni della macchina burocratica, in un’ottica di cittadinanza attiva e, se vogliamo, digitale. Quattordio Comune alessandrino che si trova nella diocesi di Asti, ha avuto nel corso della storia attraverso un’alternanza di dominazioni a partire dal sec. XVI, un intenso sviluppo economico e vivaci relazioni con territorio astigiano, specialmente nell’ambito dell’attività rurale e ciò ha influito profondamente sul modus vivendi di quella terra, così come ricche sono le testimonianze storiche di quell’epoca. Infine l’argomento di tesi che ha suscitato una pensosa riflessione corale è stato quello relativo ai servizi alla persona, con riferimento al ruolo, funzione, impegno etico-professionale dell’infermiere nel sostenere le famiglie astigiane colpite da casi di Sclerosi Laterale Amiotrofica (SLA). Ancora una volta è emersa una ineludibile necessità: il fare rete di sostegno, di informazione, di condivisione anche attraverso le associazioni di volontariato, che tanto collaborano a migliorare il Welfare sociale attuale, perché la malattia non è una realtà dolorosa di una sola persona o di una famiglia, ma denuncia una fragilità che tocca tutta la comunità e di cui questa deve farsi carico. Come si vede, il panorama delle ricerche in atto dei giovani universitari o specializzandi è molto variegato: ciascuna di esse ha una sua specificità e in tutte affiorano i nodi dell’attuale crisi del nostro sistema di vita: passare dall’immigrazione all’integrazione ed inclusione degli stranieri sul nostro territorio; favorire un’economia imprenditoriale equa e sostenibile; diffondere un uso critico e consapevole delle nuove tecnologie considerandole vere opportunità di trasparenza a servizio dei cittadini; approfondire dallo studio dell’economia di un comunità locale del passato una migliore conoscenza dei rapporti di interscambio anche socio-culturale con territori circonvicini; riscoprire la dignità umana nella malattia e il problema etico-professionale di chi assiste. Risuona forte la raccomandazione di papa Francesco ai giovani e noi diciamo agli italiani: “Non lasciatevi rubare la speranza!” Chissà che anche da queste iniziative locali di forte significato antropologico ed etico-culturale non venga un forte richiamo a quella che in questi giorni è in mostra qui ad Asti:la Rinascita. Adriana Marchia
Consegnate le borse di studio del progetto culturale della Diocesi: la cultura faro di civiltà
CHIESA
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