L’Osservatorio regionale del Commercio ha pubblicato il volume “Il commercio in Piemonte 2012”, che raccoglie i dati della rilevazione annuale sulla consistenza e la dinamica della rete distributiva. “Il lavoro dell’Osservatorio – annota l’assessore regionale al Commercio, Agostino Ghiglia – è un importante strumento che consente di avere una fotografia dettagliata dell’entità e dell’efficienza della rete distributiva sul territorio. I dati evidenziano un sostanziale equilibrio in termini di offerta commerciale tra esercizi tradizionali e strutture di dettaglio moderno e dimostrano come il piccolo commercio garantisca un servizio essenziale in oltre la metà dei Comuni del Piemonte. Dall’indagine emergono purtroppo anche gli effetti della crisi economica – precisa Ghiglia – Nel 2012 i piccoli negozi tradizionali hanno subito una flessione intorno al due per cento, un dato calcolato sulla base del saldo tra nuove aperture e cessazioni. Ma la crisi si è fatta sentire su tutte le tipologie di distribuzione, frenando lo sviluppo anche delle medie e grandi strutture. Anche alla luce di questi dati la Regione ribadisce il proprio impegno a fianco del commercio per trovare strumenti in grado di contrastarne gli effetti”. Struttura della rete distributiva. La rete distributiva fotografata dalla rilevazione risulta composta da 63.771 esercizi di vicinato (i negozi tradizionali), 3.817 medie strutture di vendita, 119 grandi strutture di vendita e 286 centri commerciali, all’interno dei quali operano 2.962 esercizi commerciali. La rete sul territorio. L’analisi territoriale evidenzia un sostanziale equilibrio in termini di offerta tra piccolo commercio tradizionale e strutture di dettaglio moderno. Se si considera l’offerta commerciale da un punto di vista territoriale, oltre la metà dei Comuni del Piemonte (50,5%) è servita esclusivamente da esercizi di vicinato, mentre se si valuta l’offerta in rapporto ai residenti risulta evidente come la maggioranza della popolazione (88,5%) fruisce di un servizio offerto da medie o grandi strutture di vendita. Tale dato trova una spiegazione nella conformazione socio-geografica, caratterizzata da un notevole frazionamento amministrativo con la presenza di 1.206 Comuni, la maggioranza dei quali di piccola dimensione montani o collinari. Nei 66 Comuni con più di 10.000 abitanti si concentra il 70% degli esercizi di vicinato e il 64% della superficie di vendita espressa dall’insieme di medie, grandi strutture di vendita e centri commerciali. La provincia che fa registrare la percentuale più elevata di popolazione servita da medio-grandi strutture è Torino (94%), seguita da Novara (89%) e Cuneo (87%). Nelle province di Torino, Novara, Alessandria, Verbania e Vercelli prevale il centro commerciale, in quelle di Cuneo e Biella prevale ancora la media struttura di vendita. Dinamica degli esercizi. Gli esercizi di vicinato fanno segnare nel 2012 una flessione che si assesta intorno al 2%, dovuto in gran parte alla diminuzione registrata a Torino. Il saldo negativo si registra sia nei comuni con popolazione superiore a 10.000 abitanti, sia in quelli con popolazione inferiore. Va precisato che il dato di saldo negativo degli esercizi di vicinato risulta probabilmente leggermente sottostimato in quanto non tutti i Comuni, in particolare i medio-grandi, dispongono dei dati completi delle cessazioni. Positivo, seppur decisamente inferiore a quella fatto registrare negli anni precedenti, il saldo degli esercizi di vicinato nelle gallerie dei centri commerciali che aumentano del 1,7% con 137 nuovi esercizi. Le medie strutture di vendita fanno segnare, come negli anni precedenti, una leggera flessione con la perdita di 35 strutture (-0,9%) a fronte di un lieve aumento della loro superficie di vendita. Le medie operanti nei centri commerciali fanno, viceversa, registrare un aumentano superiore al 4%, sia in termini di numero sia in termini di superficie di vendita, con 30 nuove strutture. Le grandi strutture a localizzazione singola aumentano di 3 unità (+2,6%) quelle operanti nei centri commerciali di 6 unità, evidenziando uno sviluppo decisamente inferiore a quello fatto registrare negli anni precedenti. I mercati ambulanti. L’offerta commerciale è completata ed integrata dal commercio su area pubblica, che si conferma essere un punto di forza della rete. In Piemonte si contano 928 mercati ambulanti, cui si possono aggiungere 182 posteggi isolati. A questi vanno sommati 50 mercati e 8 posteggi isolati nei quali non risulta una presenza costante di operatori e non vi sono banchi stabilmente occupati. 187 dei 928 mercati comprendono più di 50 banchi e si configurano come grandi concentrazioni di offerta commerciale e giocano un ruolo di primo piano nell’assetto del sistema distributivo in cui si collocano. Non meno importanti sono i 320 mercati di minor dimensione, con un numero di banchi compreso tra 11 e 50, che si svolgono in ambiti territoriali più ristretti. Significativo anche il servizio reso ai consumatori dai 603 piccoli mercati e posteggi isolati che servono i centri minori. L‘analisi territoriale evidenzia come il commercio su area pubblica svolga un ruolo complementare nell’offerta dei Comuni in cui si concentrano i flussi di gravitazione commerciale e integrativo o sostitutivo del servizio commerciale in sede fissa nei comuni più piccoli. Nei 667 Comuni nei quali si svolgono mercati ambulanti o sono presenti posteggi isolati risiede il 91% della popolazione del Piemonte. Ristoranti e bar. La rilevazione ha contato in Piemonte 20.645 tra ristoranti e bar, ai quali si aggiungono 2.787 circoli privati e 1.006 aziende agrituristiche, ed ha conteggiato, sulla base del saldo tra nuove aperture e cessazioni, 348 nuovi esercizi derivanti da 881 nuove aperture e 533 cessazioni.
La fotografia del commercio piemontese
politica ed economia
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