“Ero ragazzino, iniziavo a giocare a Basket e la Saclà in serie A riempiva all’inverosimile il Gerbi. Per trovare posto occorreva andare alle 14 e a centinaia le persone stavano fuori. La Giunta nella quale Galvagno ricopriva il ruolo di Assessore ai Lavori pubblici negò, all’inizio degli anni ‘70, l’esigenza di un Palazzetto agibile per la serie A. Se oggi, dopo oltre 40 anni, siamo ancora a parlarne è perchè quell’Amministrazione “perse il treno” che consentiva di avere un impianto adeguato, di continuare ad avere ad Asti squadre di alto vertice, di non spendere successivamente centinaia di milioni, da parte di svariate amministrazioni (tra le quali nuovamente anche quelle di cui era Sindaco con il fallimento di un Consorzio di costruzione creato apposta). Sull’argomento questo è il non fatto, o il fatto male di Galvagno ! Anche a noi non piace “la politica degli annunci” oggi tanto di moda ad ogni livello e da parte di tutti gli schieramenti politici. Una “politica degli annunci” che non può che disgustare chi ha a cuore una seria politica amministrativa capace di coniugare le esigenze dei cittadini con le scarse risorse a disposizione. Le esigenze degli astigiani in questo momento in ambito sportivo sono: una costante e continuativa manutenzione degli impianti esistenti (coperti e scoperti) ove la maggior parte degli impianti scoperti di quartiere risultano inagibili o disastrati; interventi infrastrutturali (leggi parcheggi) per gli impianti già costruiti (si veda il Gerbi ove la concomitanza di palazzetto, piscina e campo atletica determinano un sovraccarico ingestibile); la rivisitazione degli impianti sportivi di talune scuole finalizzata al potenziamento, se possibile, degli stessi. Infine la dotazione delle periferie, soprattutto quelle di nuovo insediamento edilizio, degli impianti necessari a favororie l’esercizio sportivo dei cittadini. Proprio in questa ottica doveva nascere l’impianto di Pz.d’Armi o Pilone. L’idea estemporanea e impraticabile di Brignolo di agganciare in quell’area e in quel contesto un nuovo Palasport, oltre a non essere praticabile per ragioni economiche, burocratiche, progettuali rischia di negare al quartiere uno spazio dovuto. Ciò per due ragioni; la prima: poiché qualora si continuasse a perseguire l’idea del Palasport da 2000 posti questo obiettivo di difficilissimo conseguimento determinerebbe tempi lunghi se non lunghissimi; la seconda: poiché un Palasport da 2000 posti per dimensioni, logistica, gestione sarebbe di non facile se non impossibile uso da parte dei comuni cittadini. Ai contendenti in lizza di destra e di centro (ormai si fa fatica a definire Brignolo di sinistra) un consiglio: cercate di utilizzare bene le risorse per i cittadini e cercate di non perdere la memoria sugli errori del passato, commessi dalle diverse Amministrazioni; quelli relativi alla costruzione del nuovo palazzetto sono stati, nel tempo, davvero tanti, eclatanti e con soldi gettati al vento”. Massimo Scognamiglio (Federazione della Sinistra)
Palasport. Scognamiglio risponde a Galvagno: “La colpa? Sempre degli altri”
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