venere 2012La droga, tutta cocaina purissima, arrivava ad Asti grazie alla collaborazione di alcuni “corrieri” che in cambio di un viaggio pagato a Santo Domingo, ingurgitavano decine di ovuli di polvere bianca. A scoprire il maxi traffico internazionale di droga sono stati i poliziotti della squadra mobile astigiana con l’operazione “Venere 2012” hanno sgominato una banda che si muoveva fra Europa, America Latina e Turchia, ma che aveva la sua base operativa ad Asti. La quarta sezione della mobile, guidata da ispettore superiore Donato Manzoni, ha cominciato a lavorare all’indagine nel 2012. Un’indagine che, data la sua complessita, si è servita poi della collaborazione di altre questure italiane, nell’Interpol  e del Servizio Centrale Operativo. Sono state 14 le persone arrestate o nei confronti delle quali sono state emesse misure cautelari, quattro delle quali risultano ancora latitanti. Si tratta principalmente di sudamericani che importavano in Italia la polvere bianca e che mantenevano contatti anche in Olanda, Spagna e Turchia. La  vera base però era Asti dove la famiglia ritenuta ai vertici dell’organizzazione vive. Una famiglia matriarcale che, secondo gli inquirenti, gira intorno alla figura di Carmen Noemi Rosado, una più che insospettabile Oss in una casa di riposo della provincia dalla doppia vita. Dalle indagini della polizia, coordinate dal sostituto procuratore Vincenzo Paone, sarebbe emerso che la donna avrebbe gestito i contatti con i trafficanti sparsi in Europa e anche con i corrieri. Questi ultimi partivano alla volta di Santo Domingo, una vacanza tutta pagata dai “capi”  e dalla quale tornavano con la pancia piena di ovuli di cocaina, circa 1 chilo a viaggio (almeno 80 ovuli). Un giro d’affari che rendeva il doppio di quello che la famiglia investiva. Si parla di una spesa di 25 mila euro, a fronte di un guadagno fino a 50 mila euro al chilo. Fra i trafficanti individuati dalla polizia astigiana anche un dominicano abitante a Rotterdam, Raulin Acevedo Paredes, 37 anni, ex agente dell’antidroga dominicana già arrestato dalla Dea degli Stati Uniti d’America per un traffico di cocaina tra la Colombia e New York. Non solo stranieri però sono finiti nelle maglie della giustizia. La polizia astigiana ha anche indentificato uno dei corrieri, Vittoio Bonomo, il giovane astigiano fermato nel giugno scorso all’aeroporto di Caselle di ritorno da un viaggio ai Caraibi, proprio su segnalazione della mobile, dal personale della dogana e dalla guardia di finanza. I successivi esami radiografici evidenziavano quanto già emerso dalle intercettazioni, ovvero che non era stato in grado di ingoiare tutti i gli ovuli ma ne aveva ingeriti “solamente” 32 per un totale di grammi 300 circa di cocaina, motivo per il quale veniva tratto in arresto e successivamente condannato alla pena di 3 anni e 8 mesi e a 16mila euro di multa (sentenza emessa dal gip del Tribunale di Torino). Astigiano anche il presunto pusher che si occupava di spacciare una piccola parte della cocaina ad Asti: si tratta di Elio Vettoretti, 30 ann, abitante in Praia e fermato il 1à luglio con 20 grammi di cocaina. Sono dieci le ordinanze di custodia cautelare in carcere emesse a carico di Carmen Noemi Roaso, José Luis Ramirez detto “Jordan”,  Simon Alejandro Mateo Rosado detto “El Bambi”(considrati al vertice della banda), Raulin Acevedo Paredes detto “Raul” Edilson Estarlin Abreduarte detto “El Gordo”,  Andres Antonio Porraz Fernandez detto “Domingo” Jesus Antonio Mendez Morillo detto “Maclin”, Juan de Jesus Mendez Cabral detto “Pitbull” ,Elio Davide Vettoretti detto “Il Moro”, Maria Palumbo. Sono attualmente in corso contatti con la polizia olandese e con quella spagnola per addivenire alla cattura degli ultimi latitanti. Nel corso dell’operazione Venere i poliziotti hanno indagato 25 persone, arrestandone 14 e sequestrando 4 chili di cocaina.  34, invece, le utenze intercettate, 80 i giorni di intercettazione e 4320 le ore complessive di intercettazione. “Questa operazione è stata molto importante perché ha sgominato un traffico di droga piuttosto consistente – ha commentato il questore Filippo Di Francesco, complimentandosi con i suoi uomini -. Gli agenti hanno avuto la capacità i fondere metodi d’indagine classici a quelli più attuali, dimostrando bravura, tenacia e impegno. L’operazione risulta importante anche perché ha messo in luce il nuovo trand di questi criminali che scelgono le città di provincia per mantenere un basso profilo, pensando di passare insosservati”. Ad Asti però si sono sbagliati.