La notizia era nell’aria, anche se nessuno si aspettava una decisione drastica come quella presa dall’assessore alla Cultura, Massimo Cotto e dal dirigente comunale Gian Porro: Asti Musica chiude definitivamente i battenti, “Asti Musica muore”, sono state le prime parole dell’assessore Cotto e Porro, gli ideatori e i curatori della rassegna musicale nata 19 anni fa hanno manifestato tutta la loro delusione e la tristezza del dover fare un annuncio simile; Massimo Cotto, in particolare, si è detto “stanco e nauseato”, mentre Gian Porro ha affermato che “ora è giusto e necessario riflettere e gli elementi di riflessione sono molti”. E’ indubbio che l’edizione di quest’anno non sia stata un successo, almeno per i quattro concerti a pagamento: Morcheeba, Raphael Gualazzi, Clementino e Cristiano De Andrè hanno totalizzato appena 1500 presenze, cioè 375 spettatori paganti di media. L’amarezza che si leggeva chiaramente sul volto dei due “papà” di Asti Musica è tuttavia causata dall’atteggiamento per nulla accomodante degli abitanti di piazza Cattedrale: “Ci siamo stancati – dicono il direttore artistico e il suo braccio destro – di avere a che fare con persone che non capiscono l’aspetto culturale del festival. E dire che abbiamo, in passato, anche offerto loro vacanze di due settimane, in luoghi scelti da loro, in hotel a 3 stelle sempre scelti da loro: nonostante tutto questo, hanno sempre rifiutato e hanno continuato imperterriti con le loro proteste”. Insieme alla musica verrà anche a mancare un luogo dove, per 2-3 settimane a luglio “la città si ritrova, che è la cosa che più mi fa stringere il cuore”, ha concluso Porro. Uberto Ghia
“Asti Musica è morto”: l’annuncio dell’assessore Massimo Cotto
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