Asti ci prova: non solo lavora per completare nei termini stringenti posti dall’Unione Europea i progetti del Pisu, ma ne aggiunge altri quattro, che tenta di realizzare sfruttando i risparmi maturati grazie ai ribassi d’asta delle gare già completate. E’ una vera e propria corsa contro il tempo, perché questi nuovi lavori devono essere progettati e realizzati nello stesso termine originariamente previsto per tutti gli interventi. I risparmi accumulati ammontano a circa un milione e mezzo di euro con i quali si tenterà di realizzare quattro interventi. La prima opera riguarda il Centro Giraudi (ex chiesa di san Giuseppe) che attualmente è transennata per problemi al cornicione e al tetto: si prevede di completare la ristrutturazione e di risistemare l’arredo interno (tribune del teatro, etc.) in modo tale da renderlo più funzionale e confacente ai dettami della Soprintendenza, volti a rendere più visibile e scenografico il pregiato interno della chiesa sconsacrata. Il secondo intervento sarà effettuato alla piscina comunale: è prevista la sostituzione dell’impianto di trattamento dell’aria, di altri impianti tecnologici e una integrazione della ristrutturazione attualmente in corso. Il terzo progetto riguarda il campo di atletica leggera, ove è in corso il rifacimento della pista e degli spogliatoi: si interverrà sulla decrepita tribuna e sugli spazi accessori dell’impianto. Il quarto intervento riguarderà invece la riqualificazione della zona di San Rocco e Santa Caterina con opere su marciapiedi, pavimentazioni stradali, il parco Sciré e la piazza san Martino. La scelta comporta qualche margine di rischio, perché per le rigide norme che regolano i finanziamenti europei, se si sforassero i tempi imposti la Città dovrebbe restituire il finanziamento, tanto che alcuni consiglieri comunali, in sede di approvazione degli equilibri di bilancio hanno sconsigliato di intraprendere questa strada. “Le preoccupazioni sono comprensibili – dichiarano il sindaco Fabrizio Brignolo e l’assessore ai lavori pubblici Alberto Bianchino – ma di questi tempi è un dovere tentare anche l’impossibile per accaparrarsi qualche soldo dei finanziamenti europei e quindi sarebbe stato sbagliato un atteggiamento arrendevole. Del resto nei mesi scorsi alcuni profeti di sventura avevano consigliato di abbandonare tutto il Pisu, sostenendo che la Città non ce l’avrebbe mai fatta a sostenere uno sforzo così grande in tempi così stretti: certo le difficoltà non mancano ed è ancora presto per cantare vittoria, ma il fatto che la maggior parte dei cantieri sia avviata e che ora si stia discutendo addirittura di come usare i ribassi d’asta vuol dire che di passi in avanti se ne sono fatti molti”.
Quattro nuovi progetti con i fondi Pisu: si sfruttano i ribassi d’asta
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