GoriaLa Douja d’Or 2015 è andata in archivio. E’ stata la prima di Renato Goria da presidente della Camera di Commercio. A fine luglio ha assunto la presidenza dell’ente camerale dopo i due mandati di Mario Sacco che aveva disegnato su misura la più importante manifestazione enologica piemontese. In attesa di una svolta futura, Goria ha seguito la strada intrapresa dal predecessore aprendo di più però la Douja ai giovani che rappresentano il futuro del settore non solo come consumatori ma anche e soprattutto come produttori. Nel suo ufficio in piazza Medici Goria è sereno e rilassato. Il tempo non lo ha aiutato alle Sagre con l’annullamento della sfilata per il maltempo “una decisione che ci è costata parecchio ma inevitabile e che alla fine ha messo d’accordo tutti”. I due eventi, distinti e separati, così li intende l’industriale astigiano, l’hanno lasciato soddisfatto ma il suo sguardo è già rivolto alle prossime edizioni. E l’eventuale accorpamento delle camere di commercio lo lascia indifferente: “Alba non ha una Camera di Commercio, eppure guardate cosa ha fatto per i suoi vini, per il tartufo. Quello che conta veramente è che le associazioni e le istituzioni facciano responsabilmente quadrato e collaborino tra loro”. Che giudizio dà della Douja appena conclusa? “Essendo diventato operativo solo dal 20 agosto, sulla manifestazione di quest’anno organizzata già per il 90% non ho potuto prendere delle grosse decisioni avendo il concorso una impostazione collaudata. Ho cercato però già in questa Douja che anticipa il cinquantennale di mandare dei segnali”. La sua impronta si è vista nell’attenzione rivolta ai giovani. “Nel Salone di quest’anno ho gettato le basi. In questo caso è stato significativo l’invito che abbiamo rivolto agli studenti dell’università e alla Scuola Alberghiera di Agliano. I giovani poi sono stati il tema conduttore di alcuni eventi. Abbiamo coinvolto 60 giovani nella gestione del lavoro al Salone, che sono entrati nel clima di quello che è il nostro vero petrolio: il vino. I giovani devono conoscere il vino non solo per consumarlo ma anche per produrlo e commercializzarlo”. Da quel che afferma, si desume che lei vuole riportare al centro di tutto il vino. “Infatti. L’altro grande tema della Douja deve essere l’esportazione del vino. La Douja deve diventare una sorta di ambasciatore di questo prodotto. Ricordo solo che il nostro è il concorso vinicolo più importante d’Italia. Chi mi ha preceduto, ha lavorato molto bene. Adesso possiamo iniziare un nuovo percorso”. Quali saranno i prossimi passi in tal senso? “Essendo anche consigliere dell’Onav, abbiamo instaurato una commissione per l’innovazione del concorso che dovrà portare un miglioramento e un’apertura del mondo della Douja d’Or, implicando i consorzi territoriali e i produttori delle varie regioni. Premettendo che sono le sensazioni del presidente, bisogna ridare un’identità precisa al Salone”. L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 25 settembre E.A.