Lunedì 28 novembre alle 21 alla Biblioteca Astense Giorgio Faletti penultimo appuntamento con “Cabaret Vìola”, rassegna dedicata alla poesia che ha raccolto uno straordinario successo di pubblico, con incontri sempre affollati. Protagonista dell’incontro “Poetesse italiane dell’Ottocento” Salvatore Leto, con letture affidate all’attrice Chiara Buratti. “L’Ottocento è il secolo che ha dato identità politica e culturale al nostro territorio – spiega Leto – portandolo all’unificazione e alla nascita del nuovo Stato italiano. Se è poi vero che da noi le idee, i movimenti politici e culturali dell’epoca, sono arrivati sulle punte delle baionette, ciò non toglie che gli italiani abbiano saputo sviluppare un laboratorio politico-culturale che non ha uguali nel resto d’Europa: neoclassici e puristi, romanticismo e verismo, romanzo storico e saggistica, riviste scientifiche e divulgative, rappresentano nell’elaborazione italiana, che affondava le sue radici nel modo classico e nel Medioevo come nell’Umanesimo e nel Rinascimento, un momento alto della cultura europea. I nostri intellettuali si distinguono dal resto d’Europa per essere quasi tutti patrioti; le idee politiche entrano come non mai nella vita, e la produzione letteraria viene considerata come uno strumento pedagogico per risvegliare il sentimento nazionale. Prendeva così forma in Italia un fenomeno che sarebbe stato centrale nel Novecento, quello, cioè, della funzione sociale dell’arte e del ruolo organico dell’intellettuale. Nel processo di unificazione dell’Italia, la poesia ha avuto un ruolo di straordinaria importanza e ha rappresentato un aspetto sostanziale nella produzione letteraria durante tutto il secolo, spaziando dallo storico al patriottico, dal sentimentale allo scientifico, dal didascalico al comico-satirico: dal genio del Foscolo al neoclassicismo di Monti, dal lirismo inquieto di Leopardi al realismo manzoniano, dalla ribellione degli scapigliati alla quotidianità dei crepuscolari, la poesia italiana è stata capace di rinnovarsi al pari di quella europea. Perché le donne? Assolutamente non per un gesto riparatore verso la categoria (che sa di ghettizzazione), quanto piuttosto per completezza o giustizia: sin dall’inizio dell’Ottocento c’è stato uno stuolo di donne intellettuali attive nella vita culturale e politica, partecipando fattivamente agli eventi risorgimentali, animando Circoli e Associazioni, collaborando a riviste e giornali, volgarizzando i classici e traducendo i contemporanei, e, naturalmente, praticando la poesia, sono state determinanti nella diffusione della cultura e delle idee liberali come nel cambiamento del costume. Non c’è Regione Italiana che non abbia avuto le sue poetesse, il più delle volte conosciute oltre i confini territoriali, quasi sempre di estrazione borghese, che pubblicano e diffondono i loro scritti in uno Paese a stragrande maggioranza analfabeta. Per le nostre letture, la scelta, non sempre facile soprattutto quando si tratta di poesia, è stata dettata da una differenziazione geografica, ma anche da molti punti in comune delle protagoniste, come la tragicità esistenziale, la notevole bellezza, la personale ribellione, la convinzione dell’azione sociale della letteratura, in un momento storico, come quello post unitario,che ha visto svanire idealità e speranze del periodo risorgimentale”. Si parlerà di: MARIANNINA COFFA (1841-1878), la Saffo di Noto, fanciulla prodigio della rima poetica, testimone degli eventi risorgimentali, fa della sua poesia, nostalgica e malinconia, arcana e misteriosa, l’unico strumento di evasione da una società-prigione tanto arcaica quanto repressiva; EVELINA CANTERMOLE alias CONTESSA LARA (1849-1896), anticonformista e spregiudicata, femminile ed inquieta, capace di spezzare le catene delle convivenze sociali, giornalista e romanziere, dalla poesia simbolista ed estetizzante con squarci di uno stile in cui si avverte il segno dell’imminente decadentismo; VITTORIA AGANOOR (1855-1910), armena di stirpe, nobile per spirito e comportamento, con una scrittura capace di trasformare la personale partecipazione emotiva in una condizione sociale, con squarci poetici che anticipano l’incomunicabilità nella poesia del Novecento. Riportare la poesia in città è quanto si propone l’iniziativa della Biblioteca, resa possibile dal contributo economico del Rotary Club, alla quale collaborano la Coldiretti di Asti e l’azienda vinicola Cocchi: la degustazione di un calice di moscato o di un bicchiere di Barolo Chinato contribuirà così trasformare la Sala delle Colonne della Biblioteca in un autentico caffè letterario.
Salvatore Leto a “Cabaret Vìola”
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