“Pressioni e gruppi di potere stanno cercando di rallentare l’iter della proposta di legge per la valorizzazione delle aree agricole e per il contenimento del consumo del suolo”: lo dichiara Massimo Fiorio, vice presidente della Commissione Agricoltura della Camera. Il deputato astigiano è relatore del provvedimento attualmente in discussione a Montecitorio: a partire da oggi le Commissioni Ambiente e Agricoltura esamineranno gli oltre 350 emendamenti presentati da uno schieramento trasversale di forze politiche. “Non nascondo la mia preoccupazione: è infatti in atto – dice Fiorio – una evidente azione di disturbo sui contenuti e le finalità della legge. Un testo equilibrato capace di limitare gradualmente il consumo del suolo è un obiettivo irrinunciabile per il nostro paese e già altre nazioni in Europa si sono già dotate di questo strumento. Il terreno agricolo va difeso da ogni tentativo di speculazione: ancora ultimamente il Vinitaly ha rimarcato come le aree agricole ed i prodotti di qualità rappresentino un volano fondamentale per il rilancio economico e occupazionale del nostro paese”. Il deputato Pd sottolinea come “l’urgenza di arrivare ad approvare la legge sia testimoniata anche dai recenti dati che certificano come negli ultimi venti anni l’Italia abbia perso, anche a causa della cementificazione, il 15 per cento delle campagne”. Sotto questo profilo l’Astigiano presenta una situazione tutt’altro che rassicurante: “Una lettura puntuale – indica Fiorio – si ha scorrendo i dati elaborati dal Servizio Agricoltura della Provincia e riferiti all’ultimo censimento sull’agricoltura. Preoccupa fortemente la continua riduzione della superficie coltivata, diminuita negli ultimi dieci anni di oltre 6 mila ettari, che superano i 22 mila se il raffronto è con gli ultimi trent’anni. Il dato diventa ancora più allarmante se si guarda alla superficie totale gestita dalle aziende agricole: dal 1982 ad oggi è diminuita di oltre 42 mila ettari, quasi un terzo dell’intera superficie provinciale. I suoli non più gestiti dalle aziende rappresentano una superficie potenzialmente persa, quindi anche soggetta a eventuali tentativi di speculazione. Senza contare che i terreni abbandonati sono spesso soggetti al dissesto idrogeologico per mancanza di manutenzione”. A livello piemontese, l’Astigiano registra una contrazione di aziende e di ettari superiori a tutte le altre province: le prime sono scese di 9.188 unità dal 2000 (quando erano 17.941) al 2010 (8.753), mentre la superficie agricola totale nello stesso decennio è diminuita da 100 mila ettari a 84 mila.
Fiorio: “Con il parere Icomos l’obiettivo Unesco è decisamente alla portata”
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