Questa mattina in prefettura si è tenuta la cerimonia istituzionale per celebrare la ricorrenza della “Giornata degli internati italiani nei campi di concentramento tedeschi durante la seconda guerra mondiale”, organizzata dalla Prefettura nell’intento di conservare la memoria dei tanti cittadini italiani, militari e civili, che dopo l’Armistizio dell’8 settembre 1943, patirono la deportazione e la prigionia, a causa del proprio rifiuto di collaborare con lo Stato nazionalsocialista e con la Repubblica sociale italiana. 

All’evento hanno partecipato le Autorità civili e militari del territorio, nonché una rappresentanza di studenti astigiani.

La cerimonia ha avuto inizio con gli indirizzi di saluto del Prefetto di Asti, Claudio Ventrice, seguito dal Presidente della Provincia, Maurizio Rasero.

Nel suo intervento il Prefetto ha sottolineato come “…in tempi di incertezza e nel difficile contesto globale, abbiamo ancora più bisogno di guardare all’esempio di quegli uomini semplici che hanno avuto il coraggio di dire “no” quando sarebbe stato più comodo cedere all’individualismo. A loro dobbiamo il monito che la libertà non si eredita, si conquista e si custodisce ogni giorno”.

È stata quindi data lettura di un messaggio fatto pervenire per l’occasione dall’Associazione Nazionale Reduci dalla Prigionia.

Al termine degli interventi, il Prefetto, accompagnato dai sindaci di Asti, Baldichieri d’Asti, Canelli e Loazzolo, ha consegnato le Medaglie d’Onore concesse dal Presidente della Repubblica ai familiari di Pietro Beltrame, Francesco Ceste, Giovanni Dessimone, Giacomo Ferrero, Vincenzo Pepe, Domenico Rabellino e Umberto Songia, sette militari originari della provincia astigiana, non più in vita, deportati ed internati nei lager nazisti e destinati al lavoro coatto per l’economia di guerra.

A corollario della manifestazione, il contributo offerto da alcuni studenti della classe VD del Liceo Artistico “Benedetto Alfieri” di Asti, che hanno preso parte alla commemorazione leggendo alcune toccanti testimonianze tratte dalle memorie di deportati nei lager nazisti.