È originario di Frosinone. Fondatore e già presidente dell’Associazione 21 Luglio, Carlo Stasolla, si occupa di questioni Rom da svariati anni e ora è il coordinatore nazionale in materia all’interno della stessa associazione. Ex membro della Commissione parlamentare “Jo Cox”, istituita nel 2016 per condurre attività contro l’intolleranza,la xenofobia, il razzismo e i fenomeni di odio, dal 2017 viene designato fellow da Ashoka. Entra cioè a far parte della più grande rete di innovatori sociali fondata nel 1980 da Bill Drayton. “Gli imprenditori sociali più bravi al mondo – sostiene il fondatore di Ashoka – sono quelli che riescono a portare avanti soluzioni che alterano permanentemente i modelli esistenti: i paradigmi”.

Con la chiusura del campo rom di via Guerra di martedì scorso si è concluso un percorso?

“Sì, e se ne apre un altro. Il Comune, grazie a un fondo di 1,7 milioni di euro del Ministero, assumerà una ventina di operatori per seguire e combattere la dispersione scolastica”.

Un problema serio?

“Una delle criticità di questo campo. Nonostante i progetti che dal 1996 erano stati messi in campo, quando abbiamo censito il campo, solo un bambino su 16 frequentava regolarmente la scuola primaria, solo quattro alunni su 19 frequentavano regolarmente la scuola secondaria di primo grado”.

Avevate anche trovato situazioni positive?

“Uno è stato senz’altro lo status giuridico, quasi la metà degli abitanti, circa il 49%, è cittadino italiano a tutti gli effetti. L’altro è stato l’ascolto dimostrato: gli abitanti sono stati disponibili. Hanno voluto sentire le nostre proposte perché volevano andare via da quel posto. Il nomadismo non fa più parte della cultura Rom di fatto non esiste più dagli anni ‘90. In Italia 12 Rom su 13 sono stanziali”.

L’intervista completa sul numero della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 26 settembre 2025

Paolo Viarengo