Il Festival dei Popoli nasce anche con lo scopo di valorizzare la bellezza delle altre culture in un’atmosfera di gioiosa e vivace apertura verso l’Altro. Ma il fatto che si proponga di celebrare i meravigliosi e affascinanti volti dell’alterità non significa disconoscere o trascurare le questioni più problematiche. Di seconde generazioni si è già trattato dal punto di vista teorico-intellettuale dialogando con l’autorevole voce del sociologo Andrea Pogliano (che ha anche messo in discussione l’appropriatezza stessa del termine “seconde generazioni). Successivamente il Festival ha scelto di dare voce proprio ad alcuni rappresentanti della categoria che stiamo chiamando in causa: giovani italiani sempre più consapevoli della ricchezza di un bagaglio culturale doppio, nonostante le prove disseminate sulla loro strada da un malcelato razzismo tuttora embricato in macchie cieche della nostra cultura. Adesso, sabato 27 settembre alle10, alla Fondazione Goria avremo la possibilità di analizzare altre insidie in cui rischia di cadere la gioventù con genitori immigrati (e non solo), durante il corso del difficile cammino alla volta di un’integrazione che nella sua essenza più profonda e matura la giurista e divulgatrice Nogaye ci ha spiegato rappresentare ancora quasi un’utopia. In questa ardua impresa si cimenteranno per e davanti a noi in particolare Michele Miravalle, Monica Gallo e Don Carlo Burgio. Modera Irene Pagnotta.
IN FOTO UN MOMENTO DELLA CONFERENZA STAMPA DI PRESENTAZIONE DEL FESTIVAL DEI POPOLI
Al Festival dei Popoli seconde tra carcere e integrazione
