Il commento al Vangelo di domenica 16 novembre (Lc 2,15-19) a cura di Elisa Pisistrato

Quando leggo questo passo del Vangelo, mi colpisce quanto sia attuale, anche se è stato scritto duemila anni fa. Gesù parla della distruzione del tempio, e questo mi fa pensare a quanto spesso anche nella nostra vita crollano le certezze a cui ci aggrappiamo: cose, persone, amicizie e sogni che sembravano indistruttibili. Ovviamente tutto ciò fa paura, ma allo stesso tempo so che Gesù con le sue parole non vuole spaventarci, bensì prepararci. Ci invita a non lasciarci ingannare, a non seguire chi promette soluzioni facili che spesso vanno contro la nostra morale, contro chi siamo davvero e chi sfrutta la paura per farsi seguire. È come se dicesse: “Fidati solo di me, anche quando tutto sembra crollare”.

Quando parla di guerre, malattie e persecuzioni, penso al mondo d’oggi: le notizie sono piene di violenza, crisi, ingiustizie, di fronte alle quale spesso la gente preferisce non parlare e astenersi, piuttosto che condannarle. Eppure Gesù dice di non terrorizzarci, perché la fede è un “sostegno” che, se si accetta, ci aiuta a tenerci in piedi e ci dona coraggio e speranza per affrontare le nostre difficoltà e sostenere quelle altrui. La frase che mi colpisce di più è “Avrete occasione di dare testimonianza”: cioè anche nelle difficoltà possiamo mostrare chi siamo, far vedere che credere non è solo pregare, ma anche resistere, sostenere i valori di amore e pace anche quando dentro e fuori di noi stanno prendendo il sopravvento l’odio e la guerra.

Alla fine, credo che la perseveranza di cui parla Gesù sia quella di chi non smette di amare, di sperare, di credere. E forse è proprio così che si “salva la vita”: non cercando di evitarne le prove, ma vivendole con fiducia e speranza, con la consapevolezza di non essere soli.