Il commento al Vangelo di domenica 19 ottobre (Lc 18,1-8) a cura di Donatella Ceresa

Il Vangelo di questa domenica ci invita a riflettere su un tema semplice ma decisivo: la perseveranza nella preghiera. Gesù racconta di una vedova che, con tenacia e coraggio, continua a chiedere giustizia finché non viene esaudita. Mi colpisce come il Signore scelga di mettere al centro proprio questa donna: una vedova fragile, senza potere né difese, ma capace di non arrendersi. In lei riconosco la forza nascosta della fede, quella forza capace di continuare a bussare anche quando tutto sembra inutile. È una fiducia che non nasce dalla certezza del risultato, ma dalla convinzione profonda che Dio ascolta davvero. Gesù ci invita a pregare “senza stancarci mai”. Non perché Dio abbia bisogno delle nostre parole, ma perché noi abbiamo bisogno di restare nel dialogo con Lui, di mantenere il cuore aperto, vigile, fiducioso. Pregare sempre significa non lasciare che la speranza si spenga, soprattutto quando sembra che Dio taccia. 

Alla fine del brano, Gesù pone una domanda che attraversa i secoli: «”Il Figlio dell’uomo, quando verrà, troverà la fede sulla terra?”» È un invito a guardare dentro di noi e chiederci con coscienza come dimostriamo di essere fedeli a Dio e dove sperimentiamo la fede che Dio ha in noi, soprattutto quando la vita sembra non rispondere alle nostre attese. La parabola ci ricorda che Dio non è un giudice da convincere, ma un Padre che ascolta con amore. La sua giustizia non nasce dall’insistenza, ma dalla relazione. E forse la fede, quella vera, è proprio questo: continuare a bussare, anche nel silenzio, certi che Dio non dimentica mai chi si affida a Lui.