eterologaIl Piemonte intende dare piena attuazione alla sentenza della Corte Costituzionale sulla fecondazione eterologa ed intende fissare il più presto possibile delle linee guida da condividere con le altre Regioni italiane e con il Governo. “Garantiremo il diritto alla fecondazione eterologa – ha dichiarato il presidente Sergio Chiamparino – così come deciso dalla Consulta. Dopodiché ci sono decisioni da prendere che non sono di poco conto, perché dobbiamo evitare che questo ambito così delicato si trasformi in una giungla normativa con forti differenze da Regione a Regione, grazie alle quali si possa scatenare una sorta di mercato parallelo. Per questo motivo stiamo lavorando per definire le linee guida da condividere fra tutte le Regioni e sulle quali trovare velocemente un accordo con il Governo. Riteniamo indispensabile inoltre che l’accesso a questa procedura venga inserito nei Livelli essenziali di assistenza, in modo che la fecondazione eterologa sia un diritto esigibile da parte di tutti e non solo di chi già ora ne può usufruire”. Pertanto, nell’ambito della Conferenza Stato-Regioni, di cui Chiamparino è presidente, verrà svolto un lavoro tecnico per definire criteri comuni sui principali aspetti della materia. Come anticipa l’assessore alla Sanità, Antonio Saitta, “i nodi cruciali da affrontare in materia di eterologa sono la selezione del donatore e la sua età minima e massima, l’istituzione di un registro dei donatori per fissare un numero massimo di donazioni; la garanzia della tracciabilità del percorso dal donatore al ricevente, la gratuità della donazione, l’anonimato e il consenso informato, gli esami genetici e infettivi. E le Regioni dovranno stabilire se e quanto la prestazione sarà fatta pagare ai cittadini”. In Piemonte sono operativi 12 centri pubblici (nove di primo livello, uno di secondo livello e due di terzo livello) e 15 centri privati (otto di primo livello, quattro di secondo livello e tre di terzo livello, uno dei quali accreditato con il sistema sanitario regionale).