Mancano pochi giorni alla prima udienza del processo per l’occupazione dell’ex mutua di via Orfanotrofio e gli occupanti si rivolgono alla stampa per far entire la propria voce. Quella dello stabile di proprietà dell’Asl At è stata la seconda occupazione avvenuta ad Asti nel giro di pochi mesi, dopo quella della palazzina di via Allende. Era l’ottobre del 2010 quando 6 famiglie senza casa presero possesso dello stabile del centro storico, trasformandolo in un vero e proprio condominio dove oggi alloggiano 12 nuclei familiari. In attesa del procedimento penale che comincerà mercoledì 30 gennaio nel tribunale di via Govone, le famiglie e il coordinamento Asti Est, che da anni si occupa dell’emergenza casa, scrivono agli organi di stampa. “Due anni abbondanti sono passati da quell’8 dicembre del 2010, quando 6 famiglie diventate poi 12 decisero di riprendersi quello spazio abbandonato da anni, per salvaguardare un loro diritto fondamentale che è quello di avere un tetto sulla testa e poter cosi’ riprendersi la propria dignità di famiglie – scrivono gli occupanti -. Ovvio che l’atto che è stato compiuto nulla ha a che fare con del semplice vandalismo (questi sono i capi d’imputazione), in quei tre piani oggi ci vivono 12 famiglie in una condizione più che dignitosa visto che da freddi e semplici laboratori sono stati ricavati ben 12 alloggi. Un lavoro che offre alla città una chiara destinazione di quella struttura, per una volta si valorizza senza distruggere la città. Quindi altro che vandalismo questa occupazione, come quella di via Allende e corso Casale, tre esperienze di autorganizzazione veramente dal basso, possono solo essere da prospettiva per la nostra città e per quelli che la dovrebbero amministrare. Lì qualcuno ha deciso di amministrarsi, visto che ormai la città non riusciva e non riesce ad offrire se non le briciole, e questo lo si percepisce ogni contrasto ad uno sfratto. Cambia amministrazione cambiano i modi ma di briciole si parla sempre purtroppo per una grossa fetta di persone”. Per solidarizzare con gli imputati i firmatari della lettera lanciano una provocazione proponendo un’autodenucia degli astigiani “visto che quel luogo è anche stato aperto alla città perché appartiene alla città, quindi tanti hanno vissuto quegli spazi e quindi in un certo senso ha deciso di occupare con le famiglie quel posto”. L’ex mutua oltre ad ospitare 12 famiglie è stata adibita anche a spazio sociale, luogo di mostre, concerti e altre manifestazioni culturali. Nei prossimi giorni volontari del coordinamento e occupanti organizzeranno banchetti informativi e raccolte firme per sottoscrivere l’autodenuncia, annunciando anche un presidio davanti alla caserma dei carabinieri di via delle Corse.