emergenza abitativaAnche Asti aderisce alla manifestazione nazionale per il diritto all’abitare alla luce delle dimissione del ministro Lupi ideatore del decreto sulla casa. Il picchetto è previsto per sabato 28 marzo, alle 9.30, in piazza Catena. “Oggi ritorniamo nelle piazze per ribadire che le nostre pratiche sono la giusta via per ridisegnare le nostre città , luoghi in cui una fetta di cittadinanza sempre piu’ grande non ha più la possibilità di ricreare una propria quotidianità di affetti e relazioni – scrivono gli organizzatori -. Con il decreto Lupi e Renzi si è voluto colpire questa parte di città che cerca di sopravvivere con dignità e a testa alta. Ecco cosa prevedono alcuni degli articoli piu’ punitivi di questa legge: Art.5 ”Chiunque occupa abusivamente un immobile senza titolo non puo’ chiedere la residenza né l’allacciamento a pubblici servizi …” Un articolo che impedisce nella pratica alle persone di poter accedere ai servizi più elementari come la sanità, l’iscrizione scolastica, la luce, il gas, l’acqua. Art.3 che prevede la svendita del patrimonio abitativo pubblico Art. 10 politiche per rimettere in moto un mercato del mattone che ha prodotto in questi anni migliaia di alloggi vuoti , e che vorrebbe nuovamente mettere a profitto. Ora Lupi si è dimesso mentre rimane cosa ha prodotto l’ennesimo rappresentante di una politica che divide sempre più la città tra chi ha tutto e chi ha sempre meno. Una politica che , togliendo le residenze a chi ha ricostruito la propria domiciliarità attraverso una pratica diretta di riappropriazione, ci riporta indietro di qualche secolo. Nello specifico agli inizi dell”800 quando il diritto di residenza veniva riconosciuto ufficialmente nei codici civili europei. E’ del 1804 infatti la legislazione in tal senso presente nel codice napoleonico che funzionò da matrice delle successive esperienze degli Stati Europei e latino americani. Una legge scritta da un rappresentante di Forza Italia, all’interno di un programma di governo targato Pd, a dimostrazione di una “sinistra illuminata” sempre più indistinguibile dai partiti sostenitori delle politiche neoliberali più sfrenate, volte al mantenimento di se stesse, sempre sulle spalle di tutti ovviamente. Ancora una volta tocca a noi autorganizzarci per riprenderci quello che ci spetta, contro chi ci vorrebbe sempre più ai margini.