E’ stato convalidato l’arresto dell’uomo di origine rom fermato dai poliziotti della terza sezione della squadra mobile con l’accusa di estorsione. 

L’indagine è partita qualche giorno fa quando alla questura si era presentato un astigiano raccontando che suo figlio, assieme a un amico, mentre stava usando il furgone del giovane rom, lo aveva danneggiato. Da lì era partita una richiesta di risarcimento da parte del proprietario del mezzo (il rom, ndr). PIù che di un rimborso per il danno gli inquirenti hanno parlato di vere e proprie intimidazioni: dopo aver sottratto loro i documenti il giovane rom avrebbe chiesto 9 mila euro per i danni arrecati e per vedersi restituire i documenti stessi.

A quel punto il padre del ragazzo che aveva provocato l’incidente era intervenuto incontrando il proprietario del mezzo e asserendo di non avere a disposizione quella somma; la richiesta è così scesa a 7000 euro (3500 euro per lui e 3500 per l’altro giovane) ma le minacce sono continuate. “In modo diretto il rom ha affermato che sapevano dove abitavano lui e il figlio e che se non risarcivano il danno poteva succedere qualcosa di brutto”, hanno spiegato gli inquirenti.

Viste le richieste estorsive e considerando che il veicolo, particolarmente vecchio e acquistato molti anni prima per 750 euro, somma molto inferiore a quando preteso per riparare il danno, gli agenti della mobile al quale l’astigiano si era rivolto hanno deciso di organizzare una “trappola”. Hanno cioè convinto il padre del ragazzo a concordare un appuntamento con il rom per saldare il debito ma al momento dello scambio del denaro sono intervenuti arrestato l’estorsore in flagranza. Il denaro è stato così sequestrato e riconsegnato alla vittima mentre il giovane, 25 anni. è stato portato in carcere e il suo arresto convalidato dopo l’udienza di convalida.