Sono stati resi noti i dettagli dell’operazione Face Off portata a termine dalla polizia astigiana e che ha permesso l’arresto di due catanesi ritenuti responsabili della rapina ai danni della Banca di Alba di corso Alfieri del 2 novembre scorso.

In carcere per rapina e  sequestro di persona ci sono Francesco Cristalli, 23 anni, e Luciano Piacente, 29 anni, entrambi arrestati all’alba di venerdì nelle loro case di Catania. Per gli inquirenti della squadra mobile astigiana sarebbero stati loro a mettere a segno il colpo fruttato 15 mila euro. Armati di taglierino e con i volti nascosti da maschere da anziani fatte fare su misura, avevano fatto irruzione nell’istituto di credito; avevano chiuso clienti e dipendenti in due stanzini sequestrando telefoni e tablet per evitare che dessero l’allarme e avevano svuotato le casse. Poi la fuga a bordo di una Fita 500 X bianca parcheggiata nell’area di sosta davanti all’università di Asti, a pochi passi dalla banca. E proprio dall’analisi dell’auto sono partite le indagini della polizia.

Gli investigatori hanno prima analzziato tutte le auto con le medesime caratteristiche vendute fra Piemonte e Sicilia, visto che uno dei malviventi durante la rapina aveva parlato in dialetto siciliano, come ricostruito grazie a un testimone, originario del Catanese. Quasi 8000 i veicoli passati in rassegna fino a una prima scrematura, legata a un’intuizione: quell’auto poteva essere stata presa a noleggio. Così il cerchio si è stretto su 600 veicoli; ulteriori accertamenti hanno portato all’identificazione prima dell’auto dei due soggetti residenti  a Catania.

Proprio l’auto che era stata presa a nolo in un autonoleggio di Catania, ha fornito importanti elementi sui movimenti dei presunti rapinatori. Grazie al Gps gli inquirenti hanno così scoperto che i due erano “saliti” al nord il 29 ottobre passando sulla costa adriatica ed erano scesi il 3 novembre. Proprio i giorni in cui si era consumata la rapina ad Asti.

Il blitz a Catania è scattato all’alba di venerdì in due abitazione nel quartiere Picanello, zona popolare di Catania. I due giovani sono stati arrestati. Uno viveva in uno scantinato, chiamato “la gabbia” dotato però di telecamere all’ingresso, inferriate e porta blindata. L’altro è stato fermato mentre stava tentato la fuga dalla casa dove viveva con la madre e altri parenti.

Attualmente si trovano entrambi nel carcere di Catania.