Gli agenti della penitenziaria questa mattina si sono riuniti davanti al carcere di Quarto per una conferenza stampa a cielo aperto indetta unitamente dalle sigle sindacali di Sappe, Osapp, Uspp, Cnpp, Sinappe, Cisl e Cgil. La decisione di fare sentire la propria voce è arrivata dopo la brutale aggressione subita da un agente che il 15 novembre era stato picchiato da un detenuto camorrista e con problemi psichiatrici che gli aveva procurato lesioni ai denti e altre contusioni. Un’aggressione che era stata preceduta di pochi giorni da una protesta di una quarantina di ospiti della sezione alta sicurezza che non volevano fare rientro in cella perché le tv in dotazione sono vecchie e i programmi non si vedono bene.
“Siamo qui per chiedere se siano stati presi dei provvedimenti a carico del detenuto che ha aggredito il nostro collega e se siano stati assunti provvedimenti anche nei confronti dei detemuti autori della protesta e chiediamo che vanga accertato questo – ha spiegato Gerardo Romano, vice segretario generale Osapp che parla a nome di tutte le sigle sindacali–. L’aggressione di qualche settimana fa è la decima avvenuta dal 2015 a oggi, da quando cioè la struttura di Quarto è stata trasformata in casa di reclusione per detenuti ad alta sicurezza”.
Il problema della carenza di organico è un’altra piaga lamentata dai sindacati.
“Sulla carta sono in servizio 160 agenti, numero che non tiene conto dei distaccati, per esempio, a fronte di 240 detenuti – commenta Roberto Cecere dell’Uspp –. Manca soprattutto il ruolo intermedio di ispettori e sovrintendenti sotto organico di almeno 35 unità. Questo comporta molti problemi fra cui il fatto che per turno, in una sezione, ci sia in servizio soltanto un’unità”.
Ma ci sono anche altre problematiche che i sindacati fanno presente.
“Mancano le divise degli agenti e non ci sono i fondi necessari all’acquisto. Le poche risorse economiche vengono spese male nell’istruzione degli appalti così molti agenti sono costretti a comperare con i propri soldi le scarpe e ad indossare divise rattoppate”, denunciano ancora i rappresentanti sindacali.