Sono stati resi noti i primi risultati dell’esame autoptico eseguito sul corpo di Airudin Seferovic, 13 anni. E’ stato ucciso dalla “deflagrazione di un grosso corpo esplosivo”  spiegano dall’Arma. Quindi cambia la ricostruzione della dinamica dei fatti. La dottoressa Veglia che ha eseguito l’esame il 5 gennaio, ha rinvenuto dei residui di un proiettile calibro 12 usato solitamente nei fucili da caccia, esploso a distanza ravvicinata. Non sarebbe stato quindi un petardo a ferire mortalmente all’addome il ragazzino la notte di Capodanno. 

  “Allo stato nessuna ipotesi investigativa è esclusa, ragion per cui nella mattinata di ieri sono state svolte perquisizioni con esito negativo da parte di 50 carabinieri del comando provinciale di Asti all’interno del campo nomadi di via Guerra n. 36, luogo ove è avvenuto il fatto, nonché sono state sentite quale persone informate sui fatti tutti coloro che a vario titolo fossero presenti in quel momento”, spiegano dall’Arma.

  Le indagini sono svolte dal Reparto Operativo coordinate dalla Procura di Asti e non vedono al momento indagati.