E’ accusato di usura aggravata e continuata in concorso, truffa aggravata e ricettazione l’astigiano finito nelle maglie di una complessa operazione portata a termine dai carabinieri di Alba, con la collaborazione dei finanzieri di Bra. Secondo gli inquirenti sarebbe stato proprio il nostro concittadino, 60 anni, invalido civile residente a Cisterna a tessere le fila di un presunto sodalizio criminale particolarmente attivo sia nell’Astigiano che nel Cuneese che he spaziava in svariati ambiti delittuosi quali l’usura principalmente, ma anche la truffa, la ricettazione, il riciclaggio di soldi “sporchi”, passando per lo spaccio di sostanze stupefacenti, lo sfruttamento della prostituzione e per finire con l’abusivo esercizio della professione medica.
Tutto era partito nel 2010 quando i militari avevano sequestrato un grosso carico di ketamina (circa 5 kg) che era costato il carcere a due uomini entrambi rinviati a giudizio proprio nei giorni scorsi dalla procura di Alba. Da allora le indagini non si sono più fermate e hanno portato all’esecuzione di altre due ordinanze di custodia cautelare in carcere nei confronti di un 32enne di Alba e di un 55 di Mango, entrambi ai domiciliari, oltre all’individuazione di sei persone, fra cui altri due astigiani.
A mettere nei guai il 60enne di Cisterna sarebbe stato il suo tenore di vita, ben al di sopra delle possibilità economiche di un invalido che percepisce dall’Inps una pensione mensile di 450 mila euro. La realtà dell’astigiano però sarebbe stata ben diversa, almeno secondo gli accertamenti di carabinieri e fiamme gialle. L’uomo infatti dal 2005 sembra abitasse in Costa Azzurra, non lontano da Montecarlo e che fosse titolare di diversi conti correnti in Italia e all’estero. Una situazione su cui gli investigatori hanno deciso di fare luce scoprendo che l’anziano era riuscito a comprare persino una Ferrar, una Jaguar e una Bmw, oltre a molti altri beni di lusso che un invalido civile certo non potrebbe permettersi. Pare inoltre che di lui gravassero cartelle esattoriali con Equitalia per 27 milioni di euro conseguenti a tasse non pagate tra il 1991 ed il 2001 quando era titolare di un’azienda agricola nella nostra provincia.
A quel punto per gli investigatori qualcosa non quadrava, così hanno deciso di andare più a fondo, arrivando a costruire un pesante castello accusatorio nei confronti del sessantenne. Per i carabinieri l’uomo avrebbe tessuto numerose truffe, indossando anche gli abiti dell’usuraio che avrebbe prestato denaro a commercianti, imprenditori e allevatori in difficoltà, praticando però tassi d’interesse fra l’80 e il 120%. Sarebbero tre i casi di strozzinaggio accertati dai militari e quattro le truffe che l’astigiano avrebbe messo in piedi nel corso di diversi mesi, ma sono una decina le denunce raccolte e su cui sono ancora in corso accertamenti.