Michele-Buoninconti-davanti-a-casaUna perizia di parte, riportata dalla trasmissione Mattino Cinque, attesterebbe che Michele Buoninconti non avrebbe avuto il tempo necessario per uccidere la moglie, Elena Ceste, e nasconderne il corpo. La ricostruzione della Procura, che ha portato in carcere il vigile del fuoco quarantaquattrenne con l’accusa di omicidio e occultamento di cadavere: alle 8,37 del 24 gennaio 2014 le telecamere di Costigliole riprendevano il passaggio di Buoninconti nel centro del paese: portava i bambini a scuola. Alle 8,45 Buoninconti sarebbe rientrato a casa e avrebbe ucciso la moglie. Dieci minuti dopo, 8,55, avrebbe telefonato alla vicina Marilena mentre in auto si stava già spostando verso il rio Mersa con il corpo di Elena a bordo. Alle 8,57, sempre in auto, Buoninconti avrebbe telefonato ai vicini, i coniugi Rava. Alle 9 sarebbe arrivato al Rio Mersa, avrebbe spogliato e nascosto il corpo della moglie per poi chiamare il cellulare di lei alle 9,01 e alle 9,03, tornando verso casa, prima di recarsi dai coniugi Rava. La nuova perizia di Malke Ursula Franco, perito della difesa, metterebbe in dubbio l’impianto accusatorio: Michele alle 8,45 ha cercato Elena dentro e fuori casa trovando i vestiti in giardino e il cellulare sul comodino dove è sempre rimasto. Alle 8,55 ha telefonato a Marilena che non aveva notizie di Elena, poi ha chiamato i Rava ma non ha ricevuto risposta. In auto si è recato fuori dalla loro casa a citofonargli. Ci sarebbero due testimonianze dirette fondamentali. Lo stesso Aldo Rava avrebbe raccontato di aver sentito il telefono, poco dopo il citofono e visto Michele fuori, davanti casa. Se Michele era ancora di fronte all’abitazione dei Rava alle 8,57 non avrebbe avuto il tempo di andare al Rio Mersa, svestire e nascondere il corpo della moglie per passare poi da Isola d’Asti dove viene intercettato alle 9,01: un percorso che richiede 5 minuti.