palazzina via AllendeDiritto all’abitare e una pianificazione della vendita degli edifici pubblici. Ancora una volta sono i temi cardine del picchetto organizzato per domenica 29 settembre dalle associazioni cittadine che da sempre si battono sulla questione casa. In occasione dell’Asti Fest, il festival dell’architettura organizzato dall’ordine degli architetti il coordinamento Asti Est (invitato a partecipare alla manifestazione), assieme alle famiglie sotto sfratto e agli occupanti delle palazzine di corso Voltam via Orfanotrofio e via Allende, organizzeranno un presidio davanti al Teatro Alfieri (dalle 15 alle 16). “La città è il luogo che abbiamo scelto per soddisfare i nostri bisogni di vita, per convivere e prendere parte. Insieme a tutti gli altri cittadini, siamo dunque i titolari di un diritto alla città, come crescerla, come ordinarne le funzioni, dal lavorare allo studiare, dall’abitare al divertirsi – spiega Carlo Sottile, presidente del coordinamento Asti Est – . Questo diritto alla città si compone di un insieme di diritti che già si possono o si dovrebbero esercitare a norma di legge. Sono diritti sociali ed ambientali. Volere una casa e un lavoro, ma anche l’aria pulita, una mobilità compatibile con la salute, un paesaggio urbano non violentato dalle cementificazioni, non sono chimere ma possibilità reali. In questi ultimi trent’anni una parte della popolazione è stata privata di questo diritto alla città. Chi ha perso il lavoro e la casa, ha perso anche il diritto di discuterne le cause e i possibili rimedi e in queste ristrettezze è stato spinto, con centinaia di altre persone/famiglie, verso il limite della esclusione; esclusione da una dignitosa vita sociale. Oltre questo limite, il bene e il bello sono ad esclusivo appannaggio della possidenza. E’ stata questa possidenza – i grandi gruppi finanziari e immobiliari, i proprietari delle aree, le corporazioni professionali e una politica compiacente – ad esercitare questo diritto alla città, facendone scempio; come è evidente dallo scenario urbano che abbiamo sotto gli occhi. Una minoranza oligarchica contro la maggioranza della popolazione. La rendita e il profitto, i valori del mercato contro i bisogni di vita e i diritti sociali ed ambientali. Dunque questo diritto alla città è tutto da ricomporre. Vogliamo ricomporlo noi, senza casa, precari di casa e di reddito, anzi lo stiamo già ricomponendo, dalle case occupate, riprendendoci quello che ci è stato tolto ingiustamente”.