Il Coordinamento Asti Est chiude definitivamente con l’occupazione del 151 di corso Volta. L’annuncio è arrivato pochi minuti fa ed è figlio dell’incendio divampato qualche notte fa nelle cantine dello stabile e che ha causato l’intossicazione di due bambini. “L’incendio nelle cantine della palazzina di qualche giorno fa è l’ultimo atto di una convivenza ormai arrivata alla frutta tra l’associazione e le famiglie lì domiciliate – spiega Luca Squillia, presidente del Coordinamento Asti Est -. I militanti dell’Associazione non vogliono essere complici di uno stile di vita che va contro lo spirito che ha animato e anima le occupazioni, ovvero quello della solidarietà e della cooperazione”. Poi lanciano una staffilata alla stampa: “Ribadiamo, per la buona pace di alcuni giornalisti, che le occupazioni non sono bivacchi dove regna l’illegalità e il malaffare, ma luoghi in cui le famiglie riacquistano una loro dignità, negata dalle istituzioni che dovrebbero tutelarla”. “L’agire dell’Associazione in questi anni è stato sempre trasparente e chiaro: le famiglie che hanno occupato non hanno tolto una sola casa popolare a chi da decenni è in attesa nelle inesauribili liste Atc e del Comune; non hanno ricevuto dall’amministrazione cittadina, quindi dalla collettività, alcun soldo pubblico, salvo la misera somma, in relazione all’Isee, che aspetta ad ogni cittadino residente sul nostro suolo nazionale – continua -. Le famiglie che hanno occupato, assumendosi consapevolmente e liberamente le responsabilità penali del loro atto, hanno invece dato alla città: una possibile via di uscita da questo torpore generale che vede le istituzioni in prima linea nel tenere le persone, buone in fila ad attendere il loro misero contentino; una funzione sociale ad edifici altrimenti abbandonati e dimenticati che erano un pugno in un occhio per le centinaia di famiglie, minacciate di sfratto, sfrattate, censite in una emergenza senza fine; una idea del rapporto tra diritti di cittadinanza e città fisica non sottomesso ai valori del mercato e agli interessi del partito del mattone”.