Gli occupanti di via Allende spengono tre candeline. Nell’aprile del 2010 infatti alcune famiglie in emergenza abitativa avevano occupato lo stabile di proprietà del ministero dell’Interno, che si trova nelle vicinanze di piazza d’Armi, alla periferia di Asti. Come ogni compleanno che si rispetti i volontari del coordinamento Asti Est, fra i promotori dell’occupazione, hanno organizzato una tre giorni di festeggiamenti. Musica, cibo, ma non solo. Ci sarà spazio anche per l’approfondimento e il dibattito. Si parte venerdì 12 aprile alle 18 con una riunione con i capigruppo in Consiglio Comunale che si svolgerà nel cortile della palazzina. Alle 21 invece toccherà a Ugo Mattei che presenterà il suo libro “Contro riforme”. Sabato 13 aprile alle 17 da piazza Catena partirà la Street Parade delle istanze sociali, una sorta di corteo dimostrativo che terminerà alle 20.30 in via Allende, per lasciare spazio a un’apericena che finanzierà le spese legali delle famiglie occupanti. Dalle 21.30 si ballerà con i Brand A Feau e la musica occitana proposta da un’altra band. I festeggiamenti termineranno domenica alle 12 con un pranzo sociale. “In questi tre anni l’esperienza di via Allende si è moltiplicata in via Orfanotrofio e in corso Volta – scrivono dal coordinamento Asti Est -. Dunque, al momento, sono tre le occupazioni consolidate in città. Diciamo al momento perché nei palazzi del potere cittadino finora non si è mosso nulla. Fortunatamente non si parla di sgomberi. Questa circostanza potrebbe essere considerata una vittoria e sicuramente lo è. Purtroppo l’Amministrazione continua a mantenere un profilo molto basso; del tipo “consumiamo l’attesa”. Ma cosa attendiamo? I tre edifici occupati sono in vendita. Via Allende, un bene del demanio militare in vendita; via Orfanotrofio, immobile Asl in vendita; corso Volta due palazzine in vendita giudiziaria a prezzo irrisorio. Non bisogna aspettare che qualcuno compri! Le città, i territori devono tornare alle comunità che li vivono ! Basta delegare i nostri diritti e la nostra sovranità a chi svende la città e i suoi territori; a chi ci propone un illusorio benessere per il suo profitto personale. La storia di questi anni, questo ci ha insegnato. Una città riempita di palazzi vuoti, costruiti per illuderci che tutti potevamo diventarne proprietari; ipermercati in ogni dove, che hanno spento il piccolo commercio, per trasformarci da cittadini a consumatori a vita. Basta anche a quelli della Amministrazione, che con un profilo basso e un dialogare senza costrutto, contribuiscono a lasciare le cose come stanno. Allo sportello casa della Associazione vediamo un aumento delle famiglie sotto sfratto, prive di reddito o con redditi precari, che pagano così il prezzo di una crisi di cui non sono responsabili, cosicché i responsabili siano assolti e riconfermati nelle loro ricchezze e nel loro potere. Come si può pensare che una situazione come questa possa essere affrontata con interventi compassionevoli? E’ quello che fa il Comune, trattando le famiglie in emergenza abitativa come fossero valigie oppure “variabili dipendenti” di un bilancio comunale sempre più taglieggiato dai suddetti “responsabili”. E’ questo il senso dei provvedimenti dei Servizi Sociali che accompagnano le procedure di sfratto: pagare alle proprietà qualche rinvio, dividere le famiglie tra dormitori e centri di accoglienza, aspettare che si liberi qualche alloggio popolare, fare affidamento sulle solidarietà di singoli e associazioni. Il collasso sociale di una parte della comunità cittadina, quella più popolare, sembra davvero vicino; la situazione sta peggiorando. Ciò che non dobbiamo fare è lasciare le nostre vite ad altri, funzionari, proprietari, amministratori che siano. Dobbiamo allontanare la tristezza e il malaugurio e prepararci al peggio che deve ancora venire Quindi buona festa della riappropriazione!”