Si è avvalsa della facoltà di non rispondere la giovane donna astigiana finita in carcere perché gravemente indiziata di induzione, favoreggiamento e sfruttamento della prostituzione. Una storia tutta astigiana che parla di una casa in cui si sarebbero vendute due donne, una delle quali invalida civile al 100%. L’appartamento sarebbe stato gestito proprio dalla giovane donna, 31 anni. Le articolate e delicate indagini coordinate dal pm Fiz sono partite a febbraio proprio da una segnalazione raccolta dalla polizia giudiziaria sul conto della donna disabile. Sono stati ascolatati testimoni e compiuti accertamenti che hanno portato all’esecuzione della misura cautelare in carcere nei confronti della giovane.

Dalla ricostruzione della procura l’arrestata dopo aver intrapreso una relazione amicale con la donna disabile, l’avrebbe introdotta nel mondo della prostituzione con la prospettiva di facili guadagni.

Sempre secondo le accuse la 31enne si sarebbe preoccupata di procacciare i clienti, presentarli all’amica e di trattenere buona parte del denaro frutto delle prestazioni che avvenivano tutte nell’alloggio in locazione all’indagata nella zona nord della città. Un’insospettabile dunque che ora deve rispondere di accuse pesanti.

La giovane ieri è comparsa davanti al gip Morando per l’interrogatorio di garanzia scegliendo la via del silenzio.

Le indagini però continuano per “fare luce completa sull’intera vicenda”.

La ragazza che ora si trova nel carcere di Torino è difesa dall’avvocato Patrizia Gambino che sta valutando le prossime azioni legali da intraprendere per la sua cliente.