Secondo numero dell’anno per la Gazzetta d’Asti che nel 2021 spegne 122 candeline. Ecco i principali argomenti della Gazzetta d’Asti in edicola da venerdì 15 gennaio 2021.

Una sanità territoriale per il futuro

Puntare sulla sanità territoriale e non concentrare tutte le risorse, economiche e strutturali, sull’ospedale di Asti. E’ la piattaforma programmatica ideata unitamente da Cgil, Cisl e Uil che offre un’analisi dello stato di salute della nostra sanità, offrendo poi una serie di proposte per allontanare il paradigma ospedalecentrico di cui secondo i sindacati soffre il nostro territorio.Case della salute più diffuse (anche in città) e diversificate a seconda del servizio che offrono e che cambia in base al luogo in cui insistono (se vicine ad altri ospedali o meno, ndr), creazione di posti letto hospice e di percorsi di cura più agevoli. Queste in sostanza le proposte fatte e che sono state fatte arrivare nei giorni scorsi sulla scrivania del nuovo direttore generale dell’Asl At Flavio Boraso. “Chiediamo un’inversione di paradigma. Non il cittadino che va a curarsi ma la sanità che va al cittadino”, commentano i sindacati.

Aperti alle donne il lettorato e accolitato

Papa Francesco apre alle donne i ministeri del lettorato e dell’accolitato, per questo cambia il codice di Diritto Canonico rendendo istituzionale quanto già avviene per prassi con le «lettrici» e le «chierichette».
Un altro passo avanti nella riforma della Chiesa – Il motu proprio «Spiritus Domini» (11 gennaio 2021) stabilisce che i due ministeri siano aperti alle donne in forma stabile e istituzionalizzata con apposito mandato. Le donne che leggono la Parola di Dio nelle celebrazioni liturgiche o che svolgono un servizio all’altare come ministranti o come dispensatrici dell’Eucaristia non sono una novità: in tante comunità del mondo sono una prassi autorizzata dai vescovi. Finora ciò avveniva senza un mandato istituzionale vero e proprio, in deroga a quanto stabilito da Paolo VI: nel 1972 abolì gli “ordini minori” ma riservò l’accesso a questi ministeri ai soli maschi perché li considerava propedeutici al sacerdozio. Ora Francesco, sulla scia degli ultimi Sinodi, ufficializza e rende istituzionale la presenza femminile all’altare.
Aumentati i morti del 25%
Sceglie Facebook il sindaco Maurizio rasero per presentare un’interessante analisi sull’andamento demografico in città. Numeri che mettono in paragone la natalità e la mortalità degli ultimi quattro anni, 2020 compreso, l’anno della pandemia mondiale. Ed è chiaro come i decessi siano aumentati passando da 894 del 2017 a 1197 dell’anno appena concluso. “Credo che la pubblicazione di questi numeri possa farci riflettere. Per molto tempo ci siamo infatti interrogati se le morti a cui abbiamo assistito negli ospedali erano “di o per covid” oppure “con covid” ed in base alla risposta che ci siamo dati abbiamo vissuto magari un po’ più tranquilli pensando che la cosa fosse meno grande di quella che era – scrive il sindaco -. Oggi è tempo di bilanci e purtroppo i numeri sono chiari e non lasciano spazio ad interpretazione. Questo virus ci ha colpito duro e ci ha fatto tanto male. Meditiamo cari amici e cerchiamo di capire che, non appena sarà il nostro turno, dovremo vaccinarci perché questa è l’unica strada per venirne fuori il prima possibile”.

Matteo Renzi il guastatore

Il termine “guastatore” è forse il più gentile che gli sia stato riservato. Qualora uscissero i sondaggi sull’uscita dal governo, Matteo Renzi nell’indice di gradimento sarebbe ai minimi termini. Ne sa qualcosa Angela Motta, leader astigiana di Italia Viva e consigliere comunale che, dopo la decisione del suo “capo” di provocare una crisi istituzionale in un periodo in cui la gente è “sull’orlo di una crisi di nervi” provocata dalla pandemia, ha scritto sul suo profilo Facebook: “Questa crisi mi sta permettendo di fare un po’ di pulizia di “amici””. Facendo intuire di aver ricevuto commenti poco “carini”.
E alcuni esponenti del Partito Democratico locale, da Enrico Panirossi a Riccardo Fassone a Marta Parodi, hanno espresso le loro critiche per un gesto apparentemente incomprensibile in un periodo storico durissimo come quello che stiamo vivendo.
Molti hanno paragonato Renzi a Fausto Bertinotti che nel 1998 fece cadere il governo Prodi di cui era alleato perché non digeriva la Finanziaria. In questo caso l’impressione a freddo è che Matteo Renzi andasse alla ricerca di una visibilità che solo una posizione forte come quella poi assunta gli desse quella visibilità che man mano è andato a perdere dopo il famoso referendum Costituzionale del 2016 lanciato quando Renzi era presidente del Consiglio ed era al top dei consensi. Dopo ha perso il senso della realtà, si è staccato dal Pd per fondare un suo partito e ora si comporta come quel bambino che non potendo averla sempre vinta preferisce bucare il pallone anziché continuare a giocare. A spese però del Paese.

Focus

Il Focus di questa settimana è dedicato al mondo della scuola chiamata a rispondere alla perdurante emergenza legata alla pandemia. Il dibattito è sempre tra la didattica in presenza e la Dad, la didattica a distanza. E poi c’è l’Università che continua a investire nei corsi.

Profughi nel gelo bosniaco: un deja-vu per l’Europa

Mentre continuano ad arrivare le notizie tremende sulla situazione dei profughi lasciati a se stessi nelle gelide foreste della Bosnia la memoria va alle stragi etniche durante le guerre jugoslave degli anni ‘90. Non è cambiato nulla: come allora l’Europa si gira dall’altra parte e lascia che gli eventi seguano il loro corso. Peccato che queste cose stiano avvenendo proprio in Europa.