polferE’ stata identificata nel giro di poche ore grazie all’abilità dei poliziotti della polfer la donna accusata di aver messo a segno una truffa ai danni della tabaccheria della stazione. Nei giorni scorsi una signora, visibilmente incinta, si è presentata alla rivendita chiedendo di caricare una PostePay di 250 euro per un animo. La donna ha fornito alla titolare del negozio il proprio codice fiscale, dettando a voce quello del titolare della carta. Fino a qui tutto regolare. Al momento del pagamento però la cliente ha detto di non avere con sé il  denaro per saldare il conto (l’operazione può essere pagata solo in contanti), chiedendo di poter allontanarsi per andare a prelevare al bancomat più vicino. La tabaccaia ha acconsentito chiedendo però di poter tenere in negozio un suo documento di riconoscimento come garanzia. Nuovo inghippo. La donna non aveva dietro ne patente ne carta d’identità. Che fare? La soluzione è arrivata dalla stessa cliente che ha proposto alla commerciante di tenere come garanzie la PostePay appena ricaricata. Peccato però che approfittando di un attimo di distrazione anziché consegnare la carta prepagata carica ne abbia lasciata un’altra, ovviamente vuota. Poi si è allontanata assicurando che avrebbe fatto ritorno in pochi minuti. Così non è stato e alla tabaccaia non è rimasto altro da fare che rivolgersi agli agenti della polfer. La squadra investigativa della polizia ferroviaria dalla descrizione della vittima è subito riuscita a risalire all’identità della truffatrice già segnalata dalle questure di Novara e altre città come una vera primula rossa dei raggiri. Le telecamere di sicurezza della stazione hanno fatto il resto inchiodando Francesca C., 33 anni, incinta al nono mese di gravidanza, alle sue responsabilità. Gli investigatori della polfer ritengono che sia l’autrice di altre decine di simili raggiri (è stata collegata anche ad alcune truffe nel Novarese). La signora delle truffe è stata così denunciata a piede libero.