E’ stata un’indagine difficile, fatta di appostamenti, pedinamenti e raccolta di tante testimonianze quella che ha portato all’arresto dei due presunti rapinatori delle prostitute. I carabinieri del nucleo operativo e radiomobile sono riusciti a identificare due italiani ritenuti responsabili di quattro colpi avvenuti dall’ottobre dello scorso anno a febbraio ai danni di lucciole di diverse nazionalità. Rapine senza reale movente, una sorta di gioco per procurarsi denaro da spendere in uscite serali e divertimento. I due avvicinavano la vittima in una piazzola di sosta , poi con la scusa  di contrattare una prestazione sessuale la facevano salire in auto e raggiunto un posto isolato, sguainavano la pistola, un’arma giocattolo simile a quella in dotazione ai carabinieri, e costringevano la giovane a consegnare tutto il denaro che aveva con sè. Non paghi, la obbligavano poi ad accompagnarli nella casa dove viveva, impadronendosi lì di gioielli, abiti, elettrodomestici e altri oggetti di valore, per poi “liberarsi” della vittima, abbandonandola in luoghi appartati dopo averla malmenata. Fra le prostitute aggredite anche la giovane nigeriana che per fuggire ai suoi aguzzini si era buttata giù dall’auto in corsa, finendo poi nelle acque del Tanaro, per poi trovare rifugio in un isolotto del fiume. Era il 26 febbraio scorso quando un pescatore avevano notato la giovane bagnata e infreddolita in una lingua di terra in mezzo al fiume, dando l’allarme. Nei guai sono finiti Mauro Sorio, classe 1969 di Rivalta Bormida (ora ai domiciliari), e Claudio Cordara, 43 anni, di Fontanile (ora in carcere ad Alessandria). Nella casa di quest’ultimo gli inquirenti avrebbero recuperato parte del bottino restituendolo alle vittime. Le indagini, nonostante gli arresti, sono ancora in corso. Gli inquirenti vogliono infati capire se i due abbiamo messo a segno altri colpi simili, per questo chiedono la collaborazione di altre eventuali vittime non solo nell’Astigiano.