Sta girando in questi giorni un nuovo allarme su Facebook riguardante una fantomatica truffa legata al mondo dei cellulari.
Ecco il testo integrale:
“Truffa: se riesci inoltra a più persone possibile!!! Se ricevete un messaggio sul vostro cellulare che vi prega di richiamare il numero 0141-455414 oppure vi chiamano con questo numero visualizzato, non rispondete e non richiamate per nessun motivo. Se rispondete alla sola risposta vi vengono addebitati 50 euro, piu 2,5 euro per secondo di conversazione che non sentirete perché il telefono sarà muto ma continueranno a spendere i vostri soldi.  Se avete una ricaricabile la prosciugano interamente alla risposta. Se vi chiamano spacciandosi per il vostro provider Omnitel, Tim o Wind e vi chiedono di inserire un codice per utilizzare ad esempio i programmi Java oppure per ottimizzare le funzioni del vostro cellulare non fate nulla e riagganciate immediatamente perché vi stanno clonando la Sim. Informate il maggior numero di persone possibile”.
Insomma, come nei peggiori film horror (sulla falsariga della trama di “The Ring”, manca solo la voce raggelante che vi annunci la morte dopo sette giorni) se risponderete alla chiamata assisterete inermi al prosciugamento del vostro credito residuo senza aver modo di bloccare l’operazione.
Perché è una bufala? Innanzitutto il numero 0141-455414 è inesistente (potete constatarlo voi stessi digitandolo sulla tastiera del vostro telefono) e – come spiegato dall’Unione dei Consumatori – “se anche fosse attivo, non potrebbe tecnicamente leggere il codice del cellulare”.  Inoltre la denominazione dell’operatore “Omnitel” è assai obsoleta e risale a prima del 12 maggio 2003, quando si è concluso anche in Italia il passaggio all’attuale brand Vodafone.
Le origini della bufala dovrebbero essere di matrice francese e risalgono addirittura al lontano 2000; il prefisso 01 in Francia esiste e si riferisce alla regione di Parigi.
Nulla a che vedere, quindi, con il prefisso “0141” tipicamente Astigiano, sebbene in numero possa oggettivamente trarre in inganno.
Come elencato sul blog “Il Disinformatico” di Paolo Attivissimo, giornalista informatico, la bufala ha mietuto nel tempo vittime di spicco, specialmente nel 2003: nella rete sembrerebbero essere caduti rispettivamente Radio Rtl 102.5, il sito Pc Facile (salvo poi pubblicare una smentita) e addirittura l’ex Questore della Camera Edouard Ballaman che, come riportato in uno stralcio Ansa datato 7 novembre 2003, chiese un intervento dell’allora ministro delle Comunicazioni Maurizio Gasparri “con provvedimenti ad hoc per tutelare i consumatori”.
Dal 2004 la bufala si è “raffinata” con la “firma” in calce del sito finanza.it, che non c’entra nulla con la Guardia di Finanza ma tratta d’informazioni finanziarie.
Gli admin del sito pare non ne sappiano nulla dell’appello ed è quindi verosimile supporre che la firma sia stata aggiunta da qualche inguaribile bontempone.
La nuova e ultima versione – marzo 2010 – riporta addirittura l’autorevole timbro dell’ex Procuratore della Repubblica Giovandomenico Lepore e, stando al documento, l’appello sarebbe stato protocollato il 4 marzo 2010 dalla stessa segreteria di Lepore presso la Procura della Repubblica di Napoli.
Ad impreziosire la bufala “evergreen” il timbro della Federconsumatori che, ovviamente, è falso, come confermato dalla stessa associazione.
Sempre sul blog di Attivissimo la presenza della firma del procuratore viene associata ad una probabile svista che, come avrete avuto modo di capire, ha colpito senza distinguo tanto i  media quanto gli organi istituzionali.
Il nostro consiglio è molto semplice: quando ricevete un appello sospetto tentate di verificare l’attendibilità della fonte, cercando aiuto tra i risultati di un’approfondita ricerca su internet. In questo modo eviterete di far pubblicità a inutili quanto dannosi allarmismi di massa che specialmente su Facebook trovano terreno fertile per propagarsi.

Fabio Ruffinengo