Un dotto affabulatore (l’avvocato Pierpaolo Berardi) e due scrittori di territorio (Edoardo Angelino, Gioacchino Criaco) sono stati i protagonisti, lo scorso week end, della quinta settimana de “I mesi del giallo”. Adesso la rassegna, ideata dall’Associazione culturale Comunica, si avvia agli ultimi due incontri aperti al pubblico (venerdì 12 e sabato 13 novembre), mentre ancora nelle prossime settimane proseguiranno gli appuntamenti nelle scuole.
L’avvocato Berardi ha svelato casi di avvelenamento da vino e da caffè al pubblico costigliolese nell’ambito della rassegna “Barbera il gusto del territorio” organizzata dal Comune. Storie note (le morti di Sindona e Pisciotta, dopo aver bevuto un caffè, Francisco Pizarro che conquista il Perù col vino avvelenato) e meno note (il probabile decesso di Papa Alessandro VI, padre di Lucrezia Borgia – a torto definita l’avvelenatrice -, seppellito in gran fretta di notte, il mancato prelievo del sangue a Papa Giovanni Paolo I – morto a soli 33 giorni dalla sua nomina -, contro ogni protocollo in vigore in Vaticano) hanno appassionato gli ascoltatori: numerose le domande al relatore. Al termine caffè e grappa serviti, senza conseguenze, al pubblico.
Molto seguito il confronto “Nord e Sud sotto il segno del giallo”, che ha fatto conversare sabato sera, al castello di Cortanze, lo scrittore calabrese Gioacchino Criaco, nato ad Africo, e l’astigiano Edoardo Angelino. I due ospiti, sollecitati dalle domande di Loredana Dova, vicepresidente di Comunica, e Davide Cavagnero, giornalista e scrittore, hanno sottolineato come il contesto in cui vivono, ma anche le loro storie familiari, abbiano “condizionato” le trame dei loro romanzi. Criaco, il cui libro “Anime nere” si appresta a diventare un film e che gioca sul tema dell’inganno in “Zefira”, dove affronta storie di ‘ndrangheta, ha raccontato di una terra in cui “quando è in gioco la libertà si ha il diritto di essere uomini”, ma anche di un contesto in cui vivono “uomini depositari di regole arcaiche, persone come bombe che hanno il potere di uccidere”. Angelino ha svelato che a ispirare i suoi scritti sono stati spesso anche i racconti del padre, in servizio alla questura astigiana, o vicende realmente accadute nella storia locale, come quella della Repubblica Astese, protagonista del racconto “Estate 1797” pubblicato nel libro “Tutto il nero del Piemonte”.
Intanto venerdì 12 novembre Comunica e Israt proporranno agli appassionati dei misteri italiani, sotto al titolo “Italia: le verità mai dette”, il giornalista, sceneggiatore e documentarista Giovanni Fasanella, coautore insieme al giudice Rosario Priore di “Intrigo internazionale” (Chiarelettere Editore). Appuntamento, alle 21, all’Auditorium di Palazzo del Collegio (ingresso libero).
Sabato 13 novembre, conversazione a tavola, all’agriturismo San Nazario di Montechiaro, con lo scrittore Stefano Quaglia. Particolare il menù, composto da piatti contenuti nel libro dello stesso autore, “Il tartufo e la polvere” (Marcos y Marcos), in cui è protagonista il commissario Arnaboldi.