Sono il dottor Masone, capo della Squadra mobile. Lei è il dottor Scricciolo? Devo notificarle un mandato di cattura”.

Ora ho da fare, passi più tardi”.

Non ha capito, lei è in arresto per terrorismo”.

Comincia così, nel febbraio 1982, con uno scambio di battute da commedia all’italiana, l’odissea giudiziaria di Luigino Scricciolo, all’epoca dirigente nazionale della Uil e responsabile del Dipartimento Esteri. L’uomo, organizzatore politico del viaggio di Lech Walesa in Italia, è accusato di aver partecipato al rapimento del generale Dozier: sarebbe insomma un brigatista e anche una spia pagata dai bulgari. Vent’anni dopo, cioè dopo 7171 giorni di ingiustizia, Scricciolo sarà prosciolto in istruttoria da tutte le accuse. La sua vicenda verrà ripercorsa, venerdì 17 ottobre, nel primo appuntamento in Val Rilate della rassegna “I mesi del giallo” ideata dall’Associazione Comunica. L’incontro, intitolato “Si sono sbagliati: se la giustizia fa flop” e organizzato in collaborazione con la Comunità Collinare Val Rilate, si terrà alle 21 nel Salone della Canonica (ingresso libero). Accanto a Scricciolo ci sarà un altro ex sindacalista, volto noto dell’Astigiano: Antonio Serritella, ex capo della Cgil e della Fiom, assolto nel processo di primo grado dall’accusa di aver preso denaro per “ammorbidire” vertenze aziendali. I due ospiti ripercorreranno la loro vicenda umana e giudiziaria, spiegando, in particolare, come si ricomincia e che cosa non si cancella di quei tragici giorni. Sulla propria storia Scricciolo ha pubblicato un diario, “20 anni in attesa di giustizia”, edito da Memori e con prefazione di Mario Capanna. Per Serritella, invece, l’incontro di venerdì costituirà la prima occasione per raccontare in prima persona il proprio dramma, i giorni del carcere e della solitudine. Si parlerà anche del ruolo dei media e di un certo modo di fare informazione: “La mia vicenda giudiziaria – ricorda Scricciolo – ebbe grande risalto sulla stampa e non poteva essere diversamente per le accuse e il ruolo svolto nel sindacato. Naturalmente la detenzione (oltre 2 anni in isolamento) mi impediva di far sentire le mie ragioni e riequilibrare l’informazione. Poi, dopo un altro anno agli arresti domiciliari, lentamente e inesorabilmente il mio caso finì nell’oblio. Quando, dopo oltre 20 anni, la Procura di Roma chiuse l’ istruttoria, fui prosciolto da tutte le accuse, ma nessuno ne diede notizia”. Un contributo alla discussione verrà da Domenico Minervini, direttore della Casa Circondariale di Asti, e dall’avvocato Aldo Mirate. L’incontro sarà moderato da Marisa Varvello, presidente della Comunità Collinare Val Rilate. Al termine della serata brindisi con stuzzichini e vini tipici. “I mesi del giallo” vede come partner Associazione Comunica, Biblioteca Astense, Provincia di Asti, Comunità Collinare Val Rilate, Comuni di Asti, Costigliole, Isola, Montiglio Monferrato, Fondazione CRT. Info: 329.9866535.