Al Teatro Alfieri fa tappa oggi, sabato, alle 21, il nuovo tour dei Big One, la più importante “tribute band” europea dei Pink Floyd, con lo show intitolato “50 years of Dark Side of the moon”. Il popolare gruppo, fondato nel 2005, amata in tutta Europa e considerata la più significativa tra le formazioni che ripropongono il repertorio dei Pink Floyd, è molto stimata per la riproduzione fedele delle sonorità e degli arrangiamenti dei grande gruppo londinese, con l’uso di una strumentazione vintage e un visionario “light-show” in armonia con l’immaginario Floydiano. Il loro spettacolo è stato inserito nei cartelloni dei più importanti festival musicali nazionali ed esteri, in particolare in Olanda e Belgio.

Ne parliamo con il “frontman” del gruppo, Leonardo De Muzio, che ci racconta come è nata la band e come si è sviluppata la sua brillante carriera.

Da dove nasce la grande passione per la musica prima e per i Pink Floyd poi…

“Io sono nato in una famiglia musicale, le chitarre popolavano la mia casa. E poi mio padre era un grande appassionato dei Pink Floyd e anch’io sono cresciuto con questa grande passione che mi è entrata nel Dna. Intorno ai 15-20 anni si suonava un po’ di tutto e poi, a partire dal 2005, abbiamo messo in atto il nostro progetto esclusivo sui Pink Floyd. Senza falsa modestia tutti mi dicono che la mia voce assomiglia molto a quella di David Gilmour, non è studiata, è proprio naturale così. Il nostro obiettivo non è mai stato quello di scimmiottare i Pink Floyd, non abbiamo mai voluto essere anticonformisti, vogliamo rendere giustizia e interpretare la loro musica al meglio”.

Il tour attuale vuole celebrare i 50 anni di “Dark Side of the moon”.

“Sinceramente non è il nostro album preferito, ma in occasione di questa ricorrenza abbiamo ritenuto giusto celebrarla. Con “Dark Side of the moon” è iniziato il periodo più commerciale del Pink Floyd. Loro hanno sempre remato in direzione ostinata e contraria, opposta agli altri gruppi dell’epoca. Prima di confezionare l’album, portavano ai concerti una sorta di “versione embrionale” e così fu per “Dark Side of the moon” uscito nel 1973, ma già portato in giro nel 1972. La suite di “Mortality sequence” durava 25 minuti ed era molto diversa dal pezzo poi registrato sull’album. Proprio in quell’anno entrò nel team degli arrangiatori Alan Parson, noto ai più per la sua successiva carriera da solista ma che allora diede una svolta alla musica dei Pink Floyd rendendola più appetibile commercialmente”.

Qual era l’unicità dei Pink Floyd?

“La loro unicità era la loro normalità, pur essendo dei grandissimi professionisti.  Non li conosceva nessuno neppure se li si incontrava al supermercato: sembravano dei semplici impiegati. Quando a Londra, per la prima volta approcciai Roger Waters, mi mise a mio agio, tranquillizzandomi. Gilmour era molto condizionato dalla moglie, Mason aveva la passione per le auto, mentre Waters era più artista degli altri. David Gilmour mi ha confidato che loro si ritengono fortunati e che credono di essere nati nel periodo giusto: “Se fossimo nati adesso, probabilmente, non avremmo avuto alcuna chance”. La loro fase compositiva si è conclusa con “The Wall”, mentre “Dark Side of the moon” li ha resi popolari in tutto il mondo e li ha arricchiti. La loro musica è da considerarsi classica, io la definirei celestiale, senza tempo, sempre attuale, quando ascolti un brano come “Echos”, che tanti ricorderanno al concerto di Pompei, non ti rendi conto del tempo che passa e di quanto sia attuale anche oggi. Noi cerchiamo di dare un tributo reale e vero, trattandosi di classici, non c’è spazio per la nostra libera interpretazione, dobbiamo cercare di riproporlo con l’animo con cui lo hanno fatto loro, con il massimo rispetto. Mettiamo tanta passione nel fare ciò che proponiamo al pubblico. Non basta rifare le stesse note per essere una tribute band. Devi averla dentro quella musica e noi modestamente l’abbiamo!”

I biglietti sono disponibili alla biglietteria del Teatro Alfieri e online su www.ticketone.it e www.bigliettoveloce.it.

Massimo Allario