Torna puntuale l’appuntamento con ‘AutoMotoRetrò’, la più importante fiera nazionale dedicata al collezionismo automotoristico leggere e pesante che coinvolge ogni anno, in un appassionato carosello fatto di pezzi di ricambio, acquisti, scambi e permute, migliaia di estimatori di autovetture, due ruote e mezzi pesanti in grado di testimoniare al meglio l’evoluzione della storia dei trasporti persone e merci su gomma, dalla fine dell’800 sino ai giorni nostri.
Tra i grandi protagonisti, e fra gli ospiti più attesi dell’edizione in programma dal 30 Gennaio al 2 Febbraio 2020 a Torino preso gli ampi spazi espositivi di Lingotto Fiere anche Carlo Marazzato, il più grande collezionista italiano ed europeo di autocarri d’epoca del secolo scorso, di cui ne possiede oltre 250 esemplari, visibili in occasione dei cosiddetti ‘Porte Aperte’ presso lo showroom di Stroppiana, nel Vercellese, in capo all’Associazione di Mezzi Storici ‘Quattro Assi Più, che riprenderanno per svariati weekend con un ben preciso calendario dal prossimo 4 aprile (tutti gli appuntamenti sulla Pagina Facebook https://www.facebook.com/4assipiu/).
Alla manifestazione torinese, il fondatore, insieme all’indimenticato papà Lucillo, del ‘Gruppo Marazzato’, dal 1952 a oggi stimato e riconosciuto leader italiano nelle soluzioni per ambiente e pianeta, esporrà per la meraviglia e agli occhi del pubblico un rarissimo esemplare di Fiat 603 del 1925: un pezzo unico di inestimabile valore.
Si tratta di un’antica innaffiatrice stradale per la nettezza delle vie urbane acquistata originariamente dal Comune di Torino, che terminò gloriosamente con identica mansione il proprio servizio nel municipio vercellese di Asigliano.
“Un veicolo che possiede ancora il bollo originale del 1961 rilasciato proprio nell’ultimo paese in cui operò, prima di essere poi trasferito a Valle Mosso, sulle montagne biellesi, e ricoverato presso un carrozziere e un meccanico dai quali lo acquistai”, ricorda con affetto Carlo Marazzato, che prosegue: “Dopo lunghe ricerche, abbiamo reperito anche il primo numero di targa, TO 8775. Siamo persino riusciti a ritrovare la sua cisterna idrica originale, per il recupero della quale è stato necessario scoperchiare il tetto di un’abitazione e tirarla fuori tramite l’ausilio di una gru”.
Oggi, il fascino del mezzo si ripresenterà per la prima volta in tutto il suo primigenio splendore, “essendo terminato il lavoro di restauro estetico e funzionale che lo ha riportato alle condizioni di prima immatricolazione – aggiunge Carlo Marazzato – con tanto di motore rombante e carrozzeria fiammante, con gli stemmi del toro rampante simbolo del capoluogo piemontese accanto all’autopompa anch’essa riportata all’origine”.