La 20ª edizione della manifestazione “Montemagno sotto le stelle” si apre stasera.
con un’allestimento legato alla tradizione ma anche ricco di novità rispetto al passato, tanto nella scelta delle locations quanto nel comune denominatore che unirà idealmente le due serate proposte: le musiche di Fabrizio De Andrè.
La serata d’esordio in piazza San Martino, a partire dalle 21, vedrà alternarsi sul palco della scalea barocca il trio “Ti basta chiudere gli occhi” ed il gruppo musicale Supramonte, che proporranno rispettivamente brani tratti dalla produzione cantautorale italiana degli anni sessanta e canzoni del repertorio musicale di Fabrizio De Andrè.
Il clou di “Montemagno sotto le stelle” lo avremo domani sera, a partire dalle 19, presso l’insolita cornice del cimitero di Montemagno in via della Pace con lo spettacolo “Dormono sulle colline”, curato dal Teatro degli Acerbi. Lo spettacolo itinerante, tratto dall’Antologia di Spoon River di Edgar Lee Masters, accompagnerà il pubblico attraverso gli spazi dell’area cimiteriale realizzando una “Narrazione in vita dei nostri antenati” (questo il sottotitolo del lavoro), attraverso un adattamento del testo originario dell’Antologia ai luoghi del territorio dell’Astigiano e delle Langhe. Al racconto si uniranno interventi musicali tratti dall’album “Non al denaro né all’amore né al cielo” di Fabrizio De Andrè.
L’ideazione, selezione e adattamento testi sono di Pietro Giovannini (giornalista ed esperto conoscitore del territorio astigiano e langarolo).
Nelle sue mani i testi di Masters vengono ambientati tra Langa e Monferrato e proprio in virtù di questo straniamento i personaggi divengono ancor più archetipi.
Il cimitero non è un deposito di ossa, ma un archivio di storie, tanto più sacro perché di tratta di storie vissute, non inventate. Storie che in molti casi meritano di essere raccontate. E tanto meglio se per farlo non si operano favoritismi, ma ci si rivolge ad archetipi in cui chiunque può individuare tratti di persone che ha conosciuto, di cui ha sentito narrare gesta e vicissitudini.
In scena Patrizia Camatel, Dario Cirelli, Fabio Fassio, Elena Romano con le musiche dal vivo di Tiziano Villata.
I cimiteri sono “luogo di incontro di una comunità verticale, quella dei viventi, con quella dei vissuti, tutt’uno nella stessa storia”.
E’ dunque un’ occasione insolita per poter scoprire luoghi suggestivi e panoramici delle nostre colline, ove poter godere di bellezza e quiete, sulle orme dei nostri antenati.
Gli attori e il musicista appaiono e scompaiono tra le tombe, conducendo a gruppi gli spettatori in un percorso tra le lapidi di pietra, gli alberi e i cespugli che da soli compongono la più perfetta delle scenografie. Le note e le parole in un cimitero hanno più peso perché si è più disposti all’ascolto, si è più abituati al silenzio; e le note e le parole risuonano più pure invitandoci ad alzare lo sguardo verso il paesaggio, verso i luoghi dove queste persone che ci parlano abitavano e animavano: vite tragiche o monotone, insignificanti, piene di cose da fare ma tutte ugualmente riassunte qui ed ora.
Commenta Fabio Fassio: “La riflessione è sulle nostre radici ma anche sul significato della vita in generale, del lavoro e della morte, è la costituzione temporanea di una “comunità verticale” dove viventi e vissuti per un’ora celebrano le proprie storie. Crediamo che questo lavoro sia necessario, anche come ponte tra le Langhe e l’Astigiano e come strumento di turismo alternativo, culturale, con cui poter scoprire pievi romaniche e tombe ottocentesche poste nei luoghi più suggestivi e panoramici delle nostre colline.”
Lo spettacolo prevede tre diversi orari di inizio: 19, 20.30 e 22 e fa parte della rassegna “Cuntè Munfrà” ideata da Luciano Nattino con la direzione artistica di Massimo Barbero. E’ richiesta la prenotazione, che può essere effettuata contattando
il numero di telefono 3392532921.
L’ingresso è libero.
Massimo Allario