Suo nonno, avvocato Emilio De Rege, era partito per l’Argentina nel 1890 dal castello di Pino d’Asti. Non dunque un’emigrazione motivata dalla miseria ma dallo spirito di avventura e dalla ricerca di miglior fortuna. Cosa che si è puntualmente realizzata, ed ora un suo nipote, ingegner Mario De Rege, è tornato a far visita alla terra dei suoi avi, in particolare a Pino d’Asti. Già noto all’ex sindaco del paese Giorgio Ferrero e all’ex assessore regionale Mariangela Cotto, Mario De Rege, che nella sua città, Viedma in Patagonia, è chiamato conte, è stato subito “accalappiato” dai due per diventare consulente di lusso del comitato pro papa Francesco e accompagnato dalla Cotto, con il presidente del comitato Guido Sodano e il portacomarese d’origine, assessore Andrea Cerrato, alla casa natale del bisnonno di papa Francesco sul bricco Marmorè di Portacomaro Stazione.              ‘ De Rege racconta con entusiasmo, parte in castigliano parte in italiano, il suo orgoglio di italo-argentino di terza generazione di sentirsi doppiamente connazionale di papa Bergoglio, promettendo il suo impegno a sensibilizzare in Patagonia la partecipazione di emigrati di origine italiana alla giornata degli emigranti piemontesi nel mondo che si spera di organizzare ad Asti nel 2014 puntando ad avere il grande dono della visita di papa Francesco. Al contempo ha fornito e fornirà utili consigli per avviare un canale transitabile per i suoi connazionali argentini che intendessero pellegrinare a Roma ed eventualmente anche ad Asti nei prossimi mesi e anni. Si tratta di pensare a pellegrinaggi possibili per la classe media insieme col comitato astigiano, mettendo a frutto la sua grande esperienza professionale, non solo di ingegnere civile ma anche di dirigente di un’azienda agricola di ben 4 mila ettari (“in Patagonia è tra quelle più piccole”), che occupa grandi allevamento ma pure coltivazioni di verdure come cipolle e pomodori che esporta soprattutto in Brasile. Un consulente prezioso per lo staff del comitato Papa Francesco,magari anche per propiziare qualche scampolo di occupazione in più per noi nel settore dell’ospitalità, pensando anche a quella familiare. Se lo sapesse anche papa Bergoglio… C.V.