Continua il diario del nostro vescovo Marco Prastaro in vacanza (si fa per dire) nelle terre del Kenya che l’hanno visto impegnato per ben tredici anni come missionario Fidei Donum. Panorami e animali, ma soprattutto impegno episcopale con incontri, liturgie festose e anche cresime e prime comunioni.

Martedì 16 luglio

Messa ore 6,30 coi ragazzi della scuola primaria. Anche il loro orario prevede sveglia alle 4 e poi studio. Speriamo che dopo la messa gli diano colazione.
Alle 9 ci portiamo all’asilo. I bambini sono quasi 200, ci cantano qualche loro canzoncina, li salutiamo, facciamo qualche foto. Quindi partiamo per rientrare a Maralal.
Fuori città entriamo alla Baragoi Boys secondary school. Il preside è Julius Lemantile, il primo laureato di Lodokejek alla fine degli anni ’90. Suo papà James è il numero 1 nel registro dei battesimi della parrocchia.
Ripercorriamo a ritroso la suggestiva strada verso Maralal. A Morijo ci fermiamo a riprendere la tanica piena di acqua. Il seminarista ci chiede se vogliamo passare a vedere il Lorora, il villaggio provvisorio nel quale si svolge il rito della circoncisione. Andiamo ed un anziano ci accoglie. Ci fa fare tutto il giro. Stanno costruendo le capanne in cui i ragazzi staranno per circa un mese durante tutto il rito. Quest’anno è un anno speciale, poiché inizia una nuova classe di età, che secondo la tradizione durerà, come le precedenti, per 14 anni.
Le capanne in costruzione sono più di cento. Come sempre gli uomini gironzolano senza fare nulla di preciso, mentre le donne lavorano nel piantare pali, legare rami, spalmare un misto di fango e letame che fa da cemento della capanna. Ci vuole circa due settimane per costruirne una. Sarà una grande celebrazione nella quale qualche centinaia fra ragazzi e ragazze verrà circonciso entrando così nella vita adulta.
Riprendiamo il viaggio e a Porrò deviamo per andare al Malasso, una grande terrazza sulla Rift Valley. La Rift Valley è la più grande spaccatura della terra che dal Caucaso arriva in Mozambico. Siamo praticamente sul bordo della spaccatura, uno strapiombo di qualche centinaia di metri di altezza, la vista si perde all’infinito. C’è un grande silenzio ed un venticello leggero che ti accarezza la faccia, l’emozione è grande quanto il senso di immensità che il panorama ispira. Penso che sia uno dei paesaggi più suggestivi della terra.
Verso le 15 arriviamo a Maralal. Passiamo dalle suore della carità (le suore di Madre Teresa), per salutarle e visitare i bambini che ospitano. Ci accolgono calorosamente. Prima di tutto ci fanno salutare alcune donne che stanno da loro e sono malate di Tbc o di Aids. Poi passiamo dai bambini, sono una ventina, tutti piccoli. Qualcuno come vede due bianchi si mette a piangere spaventato, altri più coraggiosi ci stringono la mano, qualcuno più avventato ci prende per mano o si fa prendere in braccio. Al fondo della stanza dei bambini c’è una giovane mamma che si sta prendendo cura dei sui tre piccolissimi gemellini, la mamma si chiama Scolastica (nella foto) e le gemelline hanno tutte un nome che inizia con M. Prego per lei perché avrà tanto da fare con tre bambini.
Rientriamo alla Bishop House giusto in tempo per salutare Mons Pante che parte per Nairobi perché domani ha un controllo medico.
Sono le 16 e finalmente abbiamo un po’ di tempo per riposarci e far decantare le mille cose di questi primi giorni.