Continua il diario del nostro vescovo Marco Prastaro in vacanza nelle terre del Kenya che l’hanno visto impegnato per ben tredici anni come missionario Fidei Donum. Panorami e animali, ma soprattutto impegno episcopale con incontri, liturgie festose e anche cresime e prime comunioni.

Venerdì 19 luglio

Partiamo presto, alle 6,30 nella speranza di poter vedere qualche animale per strada. La nostra speranza è premiata: prima un gruppo di babbuini, poi un numeroso gruppo di impala, fortunatissimi vediamo poi due leonesse, per qualche minuto noi osserviamo loro e loro osservano noi, poi più avanti una giraffa solitaria. Proseguiamo il viaggio e, dopo poco, siamo sull’asfalto, rientrando nel mondo a noi più familiare.
A Nyahururu ci fermiamo per vedere la Thomson Fall, una cascata di 78 metri. Il sito è affollatissimo di ragazzini in gita scolastica. Si stupiscono a vedere dei bianchi che parlano con loro in Kiswahili. Da lì ci spostiamo poco più in là per vedere una pozza in cui ci sono gli ippopotami. A quest’ora stanno sott’acqua, ma ogni tanto tirano fuori la testa e allora li si può osservare, ne vediamo anche uno sbadigliare.
A qualche chilometro da Nyahururu siamo all’equatore. Qui la sosta turistica è d’obbligo: foto con lo sfondo del cartello e poi il signore che è lì ci fa vedere in diretta la legge di Coriolin.
Dopo tre ore abbondanti di viaggio arriviamo a Nairobi. Siamo nuovamente a Tassia, dalla savana direttamente alla grande periferia. Qui riaccendiamo i telefonini e con il Wi-Fi della casa ci “riconnettiamo” con il mondo.
A sera andiamo a celebrare messa in una casa. Ci vengono a prendere in macchina e facciamo un lungo giro per le viuzze del quartiere. Il gruppo che si ritrova è il gruppo del “family life”, un gruppo famiglia che segue i corsi di preparazione al matrimonio. Mi colpisce uno dei membri che presentandosi dice: “Questa è mia moglie, la donna che mi ha reso più bello e che, lo confesso, amo più di ogni altra persona”. Non è facile in questa cultura sentire un uomo che manifesti i propri sentimenti. Don Paolo fa una bellissima riflessione sul Vangelo di oggi che dice “Misericordia voglio e non sacrifici”. Al termine della messa il gruppo si scalda molto cantando un canto in lingua Kikuju. I padroni di casa ci offrono poi il te con i mandazi, una sorta di dolce fritto. Alle 22,30 stanchissimi rientriamo in parrocchia.