Il commento al Vangelo di domenica 9 febbraio 2024: Se vuoi puoi purificarmi (Mc 1,40-45) a cura di Francesca Amerio

La lettura del Vangelo di questa domenica ha come protagonista un lebbroso. Di lui non ci viene detto il nome, il ceto sociale o la regione di provenienza: quest’uomo ci viene unicamente presentato tramite la sua malattia e la richiesta di guarigione che rivolge a Dio: – Se vuoi puoi purificarmi-. 
È un uomo solo, senza speranza, un lebbroso: precluso dalla vita sociale, politica, religiosa, obbligato a camminare velato fino al labbro superiore. Tuttavia egli ha fede e non dubita del fatto che, se quella è la volontà di Dio, egli otterrà la grazia di poter guarire. È bellissimo vedere come  Gesù non rimane indifferente di fronte alla sua preghiera: “ne ebbe compassione, tese la mano, lo toccò e gli disse: «Lo voglio, sii purificato!“. Gesù desidera solo la nostra felicità e se la richiesta è per il nostro bene non esita ad esaudirla. Per farlo, però, ha bisogno che ci fidiamo di Lui, che riconosciamo Dio come Padre, un Padre buono che sa che per essere veramente felici dobbiamo prima essere liberi. Per agire Gesù desidera che siamo noi a chiedergli di tirarci fuori da una brutta situazione, attende che siamo noi a dargli fiducia, a permettergli di intervenire. 

Mi ha colpito molto la frase “ne ebbe compassione”, termine che deriva dal latino cum patior “patire con”. Gesù, infatti, condivide la passione di quel lebbroso. Egli è entrato pienamente nella nostra umanità, si è fatto carico delle nostre malattie, delle nostre fragilità, del nostro dolore, dei nostri peccati e li ha vinti.