“Non si amano i poveri a suon di Ave Maria”. L’ironia di don Maurizio Giaretti, incaricato del Sovvenire, spiega bene quanto siano importanti i fondi dell’8×1000 alla Chiesa Cattolica. Denaro del gettito Irpef che ogni cittadino contribuente, anche chi non fa una dichiarazione dei redditi, può scegliere di destinare a 13 enti tra cui appunto la Chiesa Cattolica. La Diocesi di Asti ha ottenuto circa 1 milione e mezzo di euro che sono stati destinati alle tre finalità individuate dalla Chiesa: le esigenze di culto, il sostentamento del clero e gli interventi caritativi.

Tre facce di un unico dado. Con questo denaro, infatti, vengono ristrutturati oratori, campanili, organi storici, ma anche retribuiti in parte i sacerdoti che mediamente, e non solo con i fondi dell’8×1000, guadagnano 1000 euro al mese (mentre un vescovo ne prende 1400) e infine sostenuti progetti sociali e caritativi. Un quadro che Gazzetta d’Asti ha ampiamente raccontato e documentato nel segno della trasparenza su cui punta molto il vescovo Marco Prastaro.

Caritas Diocesana

Tra i beneficiari dell’8×1000 c’è la Caritas Diocesana che grazie a questi fondi porta avanti realtà ormai consolidate.

“I servizi della  Caritas diocesana vengono sostenuti dai fondi dell’otto per mille attraverso due canali distinti: l’otto per mille gestito da Caritas Italiana attraverso il quale si accede solo con progetti scritti in risposta ai bandi e quello della Diocesi – spiega Beppe Amico – referente Caritas diocesana -. Nel 2024 Caritas Italiana ha finanziato, per un totale di 170.000,00 euro, con i fondi dell’otto per mille i seguenti progetti: Nardos  finalizzato a sostenere l’avvio di una sartoria liturgica presso il Santuario della Madonna del Portone e di un laboratorio sociale, strumento di incontro e di socializzazione per persone con diverse fragilità. – Ambulatorio Fratelli Tutti, per potenziare i servizi resi dall’ambulatorio inaugurato lo scorso novembre e gestito dalla pastorale della salute, Non bruciamo la gioventù per promuovere e potenziare la partecipazione dei giovani ai servizi della Caritas, Un tetto per domani per offrire a persone in grave disagio abitativo un appartamento in convivenza e un percorso personalizzato volto a fornire strumento di sostegno per il raggiungimento dell’autonomia, BEN-ESSERE per sostenere servizi a favore dei detenuti, beni materiali per acquisto di generi alimenti da riporre negli scaffali dell’Emporio, Camminare insieme per sostenere il lavoro dei centri di ascolto Caritas nell’accompagnare con una relazione d’aiuto persone in difficoltà.  La Diocesi  ogni anno sostiene con i fondi dell’otto per mille la Caritas diocesana provvedendo alle spese di gestione del centro diurno per i senza fissa dimora Il samaritano, la convivenza autogestita per donne in difficoltà Le querce di Mamre, parte delle spese dell’Emporio, l’accoglienza nei diversi appartamenti di persone in difficoltà tra cui un gruppo di persone fuggite dall’Ucraina e i nuclei accolti mediante i corridoi umanitari, le spese di gestione del centro di acsolto della Caritas diocesana e in piccola parte anche dei 20 centri di ascolto Caritas parrocchiali. Il cofinanziamento dei servizi avviene attraverso la partecipazione con progetti a bandi pubblici: è in corso la gestione del progettovicini ai lontani finanziato dalla Regione Piemonte per sostenere il Terzo Settore ed è stato da poco rendicontato il progetto, co-progettato con i servizi sociali del Comune, per il finanziamento di interventi e delle attività per il contrasto alla grave emarginazione adulta e alla condizione di senza dimora con il quale è stato sperimentato un virtuoso modello di housing first. La raccolta di offerte nei tempi forti dell’Avvento e della Quaresima e con l’organizzazione di specifici eventi solidali quali ad esempio le due serate di Bagna Cauda che oltre a realizzare eventi piacevoli sono occasioni di raccolta fondi. Convenzioni con enti pubblici ci consentono di recuperare parzialmente le spese di gestione dell’accoglienza presso la struttura le Querce di Mamre”. 

Ambulatorio “Fratelli tutti”

Poi c’è l’Ambulatorio Fratelli Tutti, inaugurato a novembre ma operativo da gennaio e che in pochi mesi ha già erogato una settantina di prestazioni tra visite odontotecniche, oculistiche, ortopediche e non solo. “Aprire il laboratorio ci è costato 110 mila euro tra lavori, rifacimento degli impianti e altro – spiega Tiziana Stobbione, responsabile della Pastorale della Salute -. Poi abbiamo i medicinali che eroghiamo e che quasi tutti non sono mutuabili. L’attività dell’Ambulatorio Fratelli Tutti ha preso avvio, concretamente, lunedì 8 gennaio.

Il numero di accessi all’Ambulatorio Fratelli Tutti, a partire dall’8 gennaio 2024 e fino al 15 aprile 2024 (primo trimestre) è pari a 71.

Fatta eccezione per le prestazioni di oculistica, odontoiatria adulti e pediatrica e psichiatria, i tempi di attesa sono molto ridotti rispetto alle prestazioni monitorate ed erogate nei primi tre mesi 2024 dall’Asl At di Asti e variano dai 5 ai 17 giorni. Per le specialità di terapia antalgica e di ortopedia i tempi di attesa sono influenzati dalla necessità di rivedere l’utente non prima di 15 giorni tra una prestazione terapeutica e l’altra (si precisa che per le patologie correlate alle specialità di terapia antalgica e ortopedia non si tratta della sola valutazione clinica ma si genera un ciclo terapeutico che prevede, in genere, non meno di due somministrazioni di farmaci).

Al termine del primo trimestre di attività il bilancio di quanto effettuato risulta essere positivo; indubbiamente alcuni aspetti sono migliorabili e i correttivi vengono messi in atto ogniqualvolta che le situazioni si palesano.

Dall’inizio dell’attività sono stati rivisti e integrati i protocolli clinici (ad es. quello relativo alla gestione dei Rifiuti sanitari speciali), si sono stimolate alcune donazioni di materiali (armadio per farmaci e allestimento locale segreteria-donazione cantine Bava di Cocconato e stampante/fotocopiatrice/scanner donata dalla ditta Raviola) e si sono acquisite ulteriori collaborazioni di personale sanitario (oltre alla già citata oculista è diventata volontaria dell’Ambulatorio anche una farmacista regolarmente iscritta al proprio Ordine professionale, consentendo, così, una migliore e più corretta gestione della parte farmacologica).

Pastorale della Salute

I fondi dell’8×1000 servono anche a finanziare le varie attività di Pastorale della Salute che si concentrano soprattutto sulla formazione specifica su tematiche etiche, bioetiche e pastorali per operatori sanitari e volontari afferenti alle 11 associazioni coordinate dalla Pastorale della Salute; sulla formazione specifica per Ministri straordinari per la distribuzione della comunione in chiesa, ospedale/RSA e a domicilio e sull’acquisto farmaci e materiale sanitario da inviare in Ucraina tramite cordone umanitario o per altre emergenze sanitarie.

Ufficio Beni Culturali di Edilizia di Culto

Una fetta significativa dei fondi dell’8×1000 è destinata poi a opere di restauro delle nostre chiese, che non sono solo luoghi di culto ma anche di attrazione turistica e che generano indotto. 

“La fetta più consistente dei contributi richiesti dalla nostra Diocesi assomma a 490 mila euro annuali, ed è destinata a sostenere interventi di manutenzione straordinaria, restauro e risanamento conservativo di chiese, cappelle, case canoniche, oratori e saloni parrocchiali esistenti; sono 16 i cantieri che si sono conclusi negli ultimi tre anni, ma cito brevemente solo quelli portati a termine nel 2022  – spiega Marialaura Roselli, responsabile dell’Ufficio Beni Artistici della Diocesi -. Si tratta del restauro conservativo della facciata della chiesa parrocchiale di Sant’Agata di Viarigi, del restauro e risanamento conservativo della canonica della Parrocchia dei Santi Genesio e Stefano a Rocca d’Arazzo e del restauro della copertura, consolidamento delle murature del coro e del campanile della chiesa parrocchiale di San Nicolao a Settime. Questo nel 2023. Nel 2023 c’è stata la manutenzione straordinaria della copertura del Santuario della B V del Portone, la riqualificazione tecnologica e adeguamento dell’impianto termico esistente a servizio della chiesa parrocchiale Nostra Signora di Lourdes, il restauro della copertura della chiesa parrocchiale di San Martino a Villnaova, l’intervento di restauro e conservazione per la valorizzazione del complesso del Sacro Monte a Mongardino, il restauro della chiesa santuario della Madonna Assunta di Fontanabuona a Mombercelli, il restauro conservativo con sistemazione dell’area esterna del complesso della chiesa parrocchiale di Santa Maria delle Ghiare a Castello di Annone e a Cossombrato la bonifica amianto e rifacimento del manto di copertura dell’oratorio della Parrocchia di Santo Stefano”. 

Nel 24 i lavori sono stati ad Asti adeguamento dell’impianto termico con restauro puntuale della Cattedrale, restauro e risanamento conservativo delle coperture e messa in sicurezza degli intonaci interni della chiesa di Santa Caterina, a Migliandolo di Portacomaro, restauro delle coperture del complesso della chiesa parrocchiale di San Dalmazzo a Costigliole, restauro e risanamento conservativo della casa parrocchiale della Parrocchia Nostra Donna di Loreto, a Isola Villa, consolidamento statico della canonica della Parrocchia di San Pietro e Montemarzo, restauro e risanamento conservativo dell’oratorio della Parrocchia dei Santi Marcello e Defendente.

Ma con i fondi dell’8X1000 sono stati anche realizzati impianti di videoaorveglianza, (come quello al Santuario della Beata Vergine del Portone) r rimessi a nuovo preziosi organi a canne presenti sul territorio. “Ricordano il restauro dell’organo Giovanni Mentasti di Varese anno 1865 della chiesa parrocchiale di San Secondo a Vigliano, solo per fare un esempio su tanti”, ha spiegato Roselli

Atelier Nardos

E poi ancora grazie ai fondi dell’8×1000 sono possibili progetti singolari quanto interessanti come l’atelier Nardos, un laboratorio di sartoria liturgica che è nato all’interno del Santuario della Beata Vergine del Portone. “Tutto è partito da una sarta che ha creato il Piviale per papa Francesco nella sua visita astigiana del novembre ‘22 – precisa don Simone Unere, rettore del santuario e referente del progetto -. Al Santo Padre è piaciuto talmente che ne ha voluto un altro. Così è nata l’idea dell’atelier che utilizza, unicum in Italia, stoffe e tessuti provenienti da una filiera trasparente”.

Maggiori informazioni sul sito www.ateliernardos.it

Oltre all’atelier, che vede impiegata una sarta, è nato anche un laboratorio di tessitura dedicato a persone svantaggiate.

Tutte iniziative che portano un’unica firma, la tua che hai deciso di destinare l’8×1000 alla Chiesa Cattolica.