Domenica prossima (giornata della memoria) prende il via la terza  edizione della rassegna teatrale le sfide della fede promossa dal   Progetto Culturale della Diocesi di Asti e dall’Istituto Oblati Di San   Giuseppe di Asti con la direzione del Teatro degli Acerbi, il patrocinio   dell’Assessorato alla Cultura del Comune di Asti e la collaborazione   della Pastorale Giovanile della Diocesi di Asti; uno spazio aperto di   dialogo culturale che nella rappresentazione scenica di opere artistiche   di alto profilo cerca di intercettare le domande del presente ed offrire   una risposta di apertura al trascendente. La figura al centro del primo   appuntamento è sapientemente illustrata da papa Benedetto XVI   nell’udienza generale del 13 febbraio 2013: «Penso alla figura di Etty   Hillesum, una giovane olandese di origine ebraica che morirà ad   Auschwitz. Inizialmente lontana da Dio, lo scopre guardando in profondità   dentro se stessa e scrive: “Un pozzo molto profondo è dentro di me. E Dio   c’è in quel pozzo. Talvolta mi riesce di raggiungerlo, più spesso pietra   e sabbia lo coprono: allora Dio è sepolto. Bisogna di nuovo che lo   dissotterri” (Diario). Nella sua vita dispersa e inquieta, ritrova Dio   proprio in mezzo alla grande tragedia del Novecento, la Shoah. Questa   giovane fragile e insoddisfatta, trasfigurata dalla fede, si trasforma in   una donna piena di amore e di pace interiore, capace di affermare: “Vivo   costantemente in intimità con Dio”». Parole cariche di significato anche   perché pronunciate dopo l’annuncio delle sue dimissioni (11 febbraio   2013). La figura di Etty Hillesum forse non è molto conosciuta dal grande   pubblico, ma è sicuramente ben presente ai giovani che hanno potuto   seguire la proposta del sussidio per l’avvento “cercherò di non   appesantire l’oggi” che il servizio nazionale per la pastorale giovanile   ha offerto per una singolare meditazione in preparazione al Natale che   abbiamo appena celebrato. “Etty Hillesum è una figura molto particolare e   poco “canonica”. La sua vicenda la pone al centro del cuore più buio   della storia recente come una piccola luce, capace di un amore   infinitamente compassionevole. Il suo cuore non può che stare con il   popolo ebraico a cui appartiene, le sue scelte si compongono di una   resistenza intima, appassionata, amorevole, viscerale, ma allo stesso   tempo lucida ed eroica. Etty è una donna ebrea, educata in famiglia   secondo valori laici, aconfessionali. È una giovane donna del suo tempo,   colta, curiosa del mondo e di quel Dio di cui nessuno le ha mai   parlato…” Con queste parole il sussidio presenta la figura di questa   giovane, ma poi pone alcune domande che penso siano di attualità: “Quanti   dei nostri giovani possono riconoscersi in lei? Quante delle loro storie   partono da molto lontano per giungere al cospetto del Signore e   inginocchiarsi davanti al suo amore? Quanto c’è bisogno di purificare il   comune sentire natalizio, e post natalizio, mettendo al centro il dolore   dell’uomo che Gesù è venuto per fare proprio?” Etty Hillesum può essere   una buona maestra e compagna di strada: l’appuntamento di domenica   prossima (24 gennaio alle ore 21 presso la Sala dell’Archivio di Stato in   Asti) può rappresentare un buon “ripasso” per vivere al meglio il tempo   presente in cui ciascuno di noi è chiamato a testimoniare la propria fede   in Dio evitando di guardate la vita dal balcone; “per favore, dice papa   Francesco, non mettetevi nella coda della storia. Siate protagonisti!”;   parole rivolte ai giovani, ma valide per tutti. Michelino Musso  referente per il progetto culturale