Le dimissioni dell’Assessore Bovino, contrariamente a quanto sostenuto dal referente di Forza Italia Assessore regionale Gabusi, non sono “un fulmine a ciel sereno”, da tempo temporali e nubifragi caratterizzavano i rapporti tra Bovino, il Sindaco ed esponenti della maggioranza del Consiglio comunale. In politica bisognerebbe dire la verità e non nascondersi dietro i canonici “motivi personali”. Che Bovino fosse un Assessore “dimezzato” è noto a tutti: nessun peso decisionale sulle “partecipate”, nessun peso decisionale “sull’informatica”, deleghe queste gestite direttamente da Rasero, poche e inadeguate risorse per progettare e programmare un’attività sportiva astigiana degna di nota. Questi i motivi veri delle dimissioni: poche balle e frasi di circostanza; abbiate il coraggio di dire la verità agli astigiani ! A tali ragionamenti si aggiunge che le dimissioni cadono a pochi mesi dalle prossime elezioni e, oggettivamente, per un verso pongono in difficoltà Rasero, per l’altro sembrano preludere ad un ex Assessore che vuole tenersi libero per giocare le proprie carte alla prossima tornata elettorale o, quantomeno, “battere i piedi” per contare di più, sempre che Rasero, del quale conosciamo una certa verve vendicativa, non proverà a mettere Bovino e chi sta dietro a Bovino, fuori dalla porta definitivamente.

Per quanto ci riguarda, pur non avendo mai fatto sconti all’ex Assessore, abbiamo apprezzato la sua disponibilità al dialogo e al confronto, merce questa, sempre più rara in chi gestisce il potere. Nel merito delle politiche dello sport ad Asti il giudizio è impietoso anche se non tutto ascrivibile a Bovino: nessuna risorsa, ancora in quest’ultimo bilancio che si andrà a votare, per impostare una seria programmazione e progettazione delle attività sportive; nessuna strategia sugli impianti sportivi sui quali, ormai da anni, non si fa che improvvisare si veda a tal proposito l’idea delle palestre all’Enofila, nessuna seria interazione fra lo sport nelle scuole e le Società sportive, nessun progetto, nessuna programmazione nel tempo. Infine nessun piano poliennale per le manutenzioni degli impianti esistenti e il rinnovamento degli stessi (si veda la vicenda della gabbia per il lancio del martello sul ripristino della quale presentiamo emendamento al bilancio).

Bovino si è barcamenato in modo spasmodico cercando sponsorizzazioni e aiutini dal mondo imprenditoriale che, fortunatamente in taluni casi ha risposto, come ad esempio nel caso del Pala Gerbi, divenuto Pala BOSCA alla faccia dell’astigiano “Diavolo Rosso”; della serie “quando Asti diventa terra di conquista”.

Ciò che sicuramente non sarà conquistato è il buon senso e l’avvedutezza delle Società Sportive che continueranno a mantenere il loro senso critico su quanto è stato fatto e il tanto non fatto per lo sport astigiano, e non si presteranno certamente a strumentalizzazioni, beghe di potere e giochini elettorali.

    Michele Anselmo e Mauro Bosia, Gruppo UNITI SI PUO’