Lunedì sera Sindaco e Amministrazione hanno ritirato e posticipato di una decina di giorni “il dimensionamento scolastico”, pratica che fino a poco prima intendevano approvare visto che avevano indetto appositamente il Consiglio Comunale.

Se approvata creerebbe diverse criticità per tutte le categorie, in primis dirigenti e operatori delle segreterie, perché le scuole dell’infanzia, elementari e medie del comune di Asti verrebbero accorpate in cinque istituti comprensivi invece delle sei attuali istituzioni dirigenziali. Numeri alla mano, questo comporterebbe la perdita di una posizione di Dirigente scolastico e fino a venti ATA.

Le nuove “verticalizzazioni” (cioè la continuità fra infanzia, primaria e media dello stesso circolo) causerebbero disagi a molti alunni e famiglie perché i nuovi Istituti Comprensivi comprenderebbero scuole che sono in zone distanti della città. Per fare un esempio, alunni che frequentano la primaria Savio, per continuità dovrebbero iscriversi alla Media Parini, dalla parte opposta della città, cosa che di fatto ci sembra poco realistica soprattutto visto il traffico urbano. L’infanzia Agazzi e la elementare Savio, invece, che di trovano molto vicine, finirebbero una all’Ic3 e l’altra all Ic4.

Il rimescolamento delle scuole nei nuovi istituti, inoltre, mette a rischio la continuità didattica anche sotto un altro punto di vista. Per fare ancora un esempio, un insegnante della primaria che ora ha stabilmente una cattedra in una scuola, in caso di riduzione delle classi, potrebbe trovarsi come perdente posto perché superata/o nelle nuove graduatorie di istituto da un o una collega e dovere così cambiare scuola.

Fermo restando che noi avremmo votato contro, ci chiediamo perché la pratica sia stata prima presentata poi stata ritirata. Era scritta male? Ha causato dissensi in maggioranza? Conteneva problematicità tecniche? Oppure il Sindaco, non volendo fare brutta figura davanti alle parti sociali e gli insegnanti venuti in consiglio preoccupati per il futuro delle nostre scuole, si è solo preso dieci giorni di tempo per poi dire di aver ascoltato tutti ma che non si può proprio fare diversamente? 

Per noi l’ennesima riprova di una Amministrazione che non sta producendo quasi niente e solo a parole si impegna attivamente per la difesa del territorio e dei suoi posti di lavoro.

Infatti sempre ieri il Sindaco, dopo essersi di fatto sottratto all’interpellanza di Gianfranco Miroglio sul medesimo tema, ha bocciato l’ODG del consigliere Mario Malandrone che chiedeva la tutela dell’Istituto Penna rispetto ad un accorpamento previsto dallo stesso dimensionamento. Si tratta di una questione di competenza della Provincia, perché le scuole superiori spettano alla Provincia, ma sulla quale non è accettabile sentirsi dire da Rasero che non vuole che sia l’opposizione ad impegnarlo visto che della Provincia egli è Presidente.

Con un po’ di buonsenso il Sindaco e Presidente della Provincia deve chiedere di posticipare questa disposizione per alcuni anni: gli effetti del calo demografico infatti cominciano a vedersi solo ora, e non c’è ancora un quadro stabile per ridisegnare il panorama delle istituzioni scolastiche. Che senso ha accorpare oggi Artom e Penna creando un istituto da 1700 studenti, per poi trovarsi, magari fra non molto, ad avere altri istituti in crisi come sembra suggerire il quadro attuale?

La nostra posizione è quella di una opposizione netta e contraria alla proposta di dimensionamento, come stanno facendo tanto altri territori, per tutelare sia il numero sia la qualità dei posti di lavoro: istituzioni scolastiche con 1700 alunni sono insostenibili.

Mauro Bosia e Vittoria Briccarello – Uniti si può