A tre anni dall’inizio della pandemia, i mezzi di informazione stanno rievocando alcuni fatti e momenti salienti di un’esperienza che ha coinvolto, e in tanti casi drammaticamente sconvolto, la nostra vita.

Insieme a quei ricordi non così lontani, insieme ai ringraziamenti rivolti a chi ha prestato la propria attività in quei giorni, desidero dedicare poche righe anche alle Donatrici e ai Donatori di sangue. 

I Volontari e le Volontarie del sangue, in nome di quel «diritto alla salute che va garantito a tutti”, hanno continuato ad accedere al nostro Ospedale anche nei mesi più critici, anche nel pieno dei picchi più preoccupanti della pandemia.

Voglio ricordare quanto fosse diffusa in quel periodo la “paura ad entrare in Ospedale”, talmente diffusa che molti pazienti, pur necessitando di controlli importanti, ad esempio di tipo oncologico o cardiologico, decisero di disertare le visite specialistiche pur di non uscire di casa e restare “lontani dal Massaia”.

D’altra parte, ricordiamo tutti che in quel periodo, per ragioni di sicurezza sanitaria, le prestazioni ospedaliere erano limitate quasi esclusivamente alle emergenze e alle urgenze, con alcuni reparti convertiti ai ricoveri Covid.

Anche per la Segreteria Avis non sono stati giorni facili: dopo anni di accesso libero, sono state attivate in pochi giorni con urgenza alcune misure per assicurare lo svolgimento in sicurezza della donazione e ridurre la paura di contrarre l’infezione durante l’attività trasfusionale: accesso contingentato al Servizio Trasfusionale ospedaliero previa prenotazione di giorno e ora, triage telefonico di pre-verifica dello stato di salute dei donatori, misurazione della temperatura, uso della mascherina, disinfezione delle mani, distanziamento sociale, convocazione scritta ai donatori per giustificare il loro allontanamento dall’abitazione nei mesi di lockdown. A queste misure organizzative devo aggiungere il non facile contrasto alle fake news che circolavano in quel periodo e che riguardavano non solo i vaccini ma gli stessi donatori di sangue. 

Bloccare coloro che diffondono false informazioni è sempre complicato e farlo nel rapporto telefonico con persone che, nonostante lo stato di emergenza, volevano in quei mesi difficili, e con encomiabile senso civico, continuare nella loro scelta volontaria di donare sangue e plasma è stato impegnativo.

Dopo un brevissimo periodo di calo iniziale, davvero pochi giorni, grazie alla scelta solidale di migliaia di Donatrici e Donatori astigiani la raccolta del sangue non si è mai interrotta e così anche le terapie salvavita che dipendono dal sangue e dal plasma: il nostro Ospedale non ha mai registrato carenze trasfusionali e il contributo astigiano ai pazienti talassemici della Sardegna non è mai venuto meno. 

Al ringraziamento sincero a tutte le Donatrici e a tutti i Donatori di sangue astigiani che hanno compiuto uno sforzo speciale in risposta a quella drammatica emergenza sanitaria, desidero aggiungere la mia personale speranza affinché i valori del rispetto e della solidarietà espressi in quei giorni dal variegato mondo del volontariato diventino sentimenti condivisi e sentiti nella vita di tutti i giorni. 

Bruna Accornero, presidente Avis Comunale Asti