La fiducia si dà alle cose serie e la Salute è senz’altro una cosa seria, anzi serissima, lo è sempre e lo è soprattutto in questo ultimo difficile e doloroso periodo.

Noi della Croce Rossa Comitato di Canelli ci siamo fidati, e molto, di chi, qualche anno fa e ancora recentemente, ci aveva promesso che Canelli, secondo centro più popoloso dell’Astigiano e il suo comprensorio – che fa capo a oltre trenta Comuni con oltre 80 mila abitanti, che è capofila del primo distretto industriale dell’Astigiano e tra i primi del Piemonte e del Nord Ovest d’Italia con produzioni che fanno il vanto del Made in Italy nel mondo – avrebbe avuto tutta l’attenzione necessaria rispetto alle dotazioni di soccorso.

Non è stato così.

Da anni, infatti, attendiamo la dotazione di un’ambulanza con infermiere a bordo 24 ore su 24. Invece ce n’è stata concessa una per 12 ore che si alterna con i mezzi con a bordo i volontari e i dipendenti della Cri i quali, com’è nostro costume, danno prova quotidiana di abnegazione e dedizione, ma, certo, non hanno le competenze e la preparazione professionale di un infermiere, formato per operare in condizioni di emergenza e urgenza.

Un’ambulanza, sia pure attrezzatissima, h12 non è sufficiente. Lo abbiamo segnalato, in questi anni, più volte e con crescente vigore a chi di dovere.
Di persona e con lettere ufficiali, abbiamo chiesto alla Regione Piemonte, che è il nostro interlocutore principale in materia di dotazioni sanitarie, di assegnare al bacino canellese il tempo pieno per lo strumento più efficace e utile che abbiamo: un’ambulanza attrezzata con personale idoneo disponibile h24.

Eravamo e siamo ancora fiduciosi che l’avere in Giunta regionale esponenti che giungono da questo territorio rappresenti in qualche modo un vantaggio, possa far superare gli intoppi, sciogliere i nodi.

Abbiamo ancora fiducia. Siamo ancora in attesa fiduciosi che le nostre richieste saranno accolte. 

Nel frattempo e, aggiungiamo, giustamente, centri più piccoli e con un tessuto produttivo oggettivamente più contenuto rispetto a quello del Canellese, hanno ottenuto quello che a noi non è ancora stato concesso.
Nel Cuneese, ad esempio, in un’area di appena 30/40 chilometri, ci sono ben tre ambulanze:  un’H12 con infermiere a bordo a Monesiglio (450 servizi annui – postazione attivata dall’attuale giunta regionale il 23 dicembre 2019),  un’H24 con infermiere a bordo a Cortemilia (450 servizi annui) ed un’H24 con medico ed infermiere a bordo a Ceva (1150 servizi annui),  con un numero di interventi evidentemente inferiore rispetto a quelli effettuati dalla sola Cri canellese che ogni anno compie tra i 1.200 e i 1.300 servizi, spesso di estrema emergenza, suddivisi tra ambulanza con infermiere h12 e ambulanza con volontari.

Fermo restando il diritto di quei territori ad avere un’assistenza così strutturata ed efficace, ci chiediamo quale sia la logica di lasciare un importante territorio come quello di Canelli con uno strumento di soccorso così vitale di fatto depotenziato.

Ricordiamo, senza alcuna intenzione di sollevare inutili polemiche, che a Nizza Monferrato è attiva una postazione di soccorso avanzato, ma nell’area del Sud Astigiano non esistono né ospedali né sedi di Pronto Soccorso a cui facciano riferimento le ambulanze. Anche il PPI di Nizza Monferrato che era attivo per la gestione dei codici a bassa gravità bianchi e verdi a cui potevano afferire, non i mezzi di soccorso, ma i privati cittadini, è stato ormai chiuso.
L’unica sede ospedaliera e di PS disponibile è quella di Asti con evidenti e storiche difficoltà ad essere raggiunta. Chi conosce la geografia dei nostri luoghi sa cosa significa partire con un’ambulanza con paziente a bordo e dirigersi verso Asti, magari in orario di punta, magari partendo dalla Langa Astigiana o da un altro paese ai confini del comprensorio. 

Come non bastasse la pandemia da Covid 19 di questi mesi ha acuito la necessità di dare la possibilità a questo territorio che, lo ribadiamo, ha una popolazione di circa 80 mila abitanti attorno a un’area industriale con centinaia di industrie e imprese, di ottenere quello di cui ha diritto, al pari di altri centri meno popolosi e produttivi.

Ai nostri rappresentanti, a coloro che sono più vicino a noi, chiediamo di dare ascolto ancora una volta alla nostra voce, alla voce degli oltre trenta sindaci che hanno firmato la nostra richiesta, alla voce di 80 mila abitanti, degli imprenditori, dei professionisti, degli agricoltori, degli studenti, degli operai, degli impiegati, della valle Belbo, del Sud Astigiano e della Langa Astigiana.

Chiediamo che ci venga assegnata h24 l’ambulanza con infermiere a bordo per fare meglio il nostro servizio, lo chiediamo per fare in modo che le strutture ospedaliere già oberate non corrano il rischio di essere travolte da emergenze sempre più pressanti, lo chiediamo per i nostri volontari, per i nostri concittadini, per il nostro futuro e per salvare ancora più vite.

Giorgio Salvi, presidente Cri di Canelli

Foto di repertorio